LECCE – Questione di stile, è sempre una questione di stile. Ci sono calciatori come Romeo Papini, Davide Moscardelli e Stefano Salvi che in silenzio hanno atteso di capire quale potesse essere l’orientamento della società nei loro confronti. Senza far rumore hanno programmato il loro futuro soltanto dopo aver capito di non rientrare nel progetto tecnico della nuovo corso Meluso-Padalino.
Addirittura qualcuno di loro sarebbe stato propenso anche ad un ingaggio più contenuto per rimanere nel Salento, per continuare a vestire la maglia giallorossa; poi è ovvio, per loro è un lavoro ed è normalissimo che si accasino da qualche parte a cercare fortune monetarie e calcistiche.
Poi ci sono calciatori come Juan Surraco che vorrebbero rimanere a Lecce, rientrano nel progetto tecnico ma alla fine partono per altri lidi per nuove esperienze e verso nuovi campi da calcio e da “tennis”. Ha fatto benissimo il fantasista uruguaiano a preferire la serie B ed un ingaggio sicuramente superiore a quello che poteva garantire l’U.S.Lecce… è il suo lavoro e va rispettato, ma questo significa che non voleva rimanere veramente in giallorosso altrimenti sarebbe rimasto.
In bocca al lupo a tutti, questa è la storia del calcio che insegna ai tifosi che non devono mai affezionarsi a nessuno, devono ammirare, tifare solo per la maglia e ricordare con il cuore sorridente gente come Moscardelli, Papini e Salvi perché loro giocano per quella maglia, per l’orgoglio e lo fanno in modo quasi fanciullesco.
Per tutti gli altri, come recita un famoso spot, c’è la carta di credito, ed è giusto così, è la legge del mercato.