LECCE (di M.Cassone) – Siamo ottimisti da sempre e lo saremo ancora, perché è giusto credere che “il meglio deve ancora venire”, però saltare 99 cancelli su 100 e poi tornare indietro a testa bassa è inconcepibile.
Piero Braglia è l’uomo dei 18 risultati utili consecutivi, è vero, lo abbiamo lodato perché i numeri sono inopinabili. È anche vero però che già dopo la gara vinta a Cosenza la sua squadra è apparsa stanca e spenta. E le sue scelte sono diventate sempre più incomprensibili e cervellotiche; non siamo degli allenatori, è ovvio, e non ci vogliamo sostituire a nessuno, però la gestione della rosa è indecifrabile.
Come si fa a lasciare a casa Curiale per scelta tecnica? Come si fa ad avere Caturano, il cannoniere dello scorso campionato, e lasciarlo ammuffire in panchina regalandogli solo qualche spezzone di gara? E perché l’ottimo Beduschi e il promettente Liviero vengono sviliti in questo modo? E non vogliamo parlare di De Feudis, professionista educato e serio, che in modo silente attende qualcosa che non arriva mai. Perché avere tanti calciatori quando in campo si vogliono mandare sempre gli stessi? A questo punto, ci sentiamo di sottolineare che sarebbe stato meglio risparmiare risorse e pescare dalla Berretti per infoltire la panchina.
È un momento delicato della stagione, delicatissimo.
È vero che in campo scendono i calciatori, è vero che sono loro a sbagliare oppure a segnare ma è pur vero che se non scendono con le giuste motivazioni, o non giocano i più in forma, i risultati possono diventare devastanti.
Il Lecce è alle corde e mancano tre giornate fondamentali per andare ai play off e tentare quello che in queste condizioni sarebbe un vero e proprio miracolo, però bisogna crederci.
Attenzione, per non ritornare su vecchie sconfitte, ci soffermiamo volutamente soltanto alla squadra vista a Messina, e possiamo affermare, con la certezza di non essere smentiti, che non ha avuto capo e nemmeno coda. Abbiamo visto Abruzzese lanciare il pallone in avanti e Moscardelli tentare di stoppare la sfera, con Lepore che si dannava l’anima per mettere in mezzo dei cross degni di questo nome, e poco altro, anzi null’altro, e con questa musica non si va da nessuna parte… e non è colpa dell’approccio alla gara ma di una serie di limiti “tattici” che non riescono a dare sbocchi di gioco. A questo aggiungiamo una condizione fisica non ottimale di molti protagonisti e abbiamo chiuso il cerchio.
Ci sono tre gare… c’è la materia prima per tentare di non gettare alle ortiche l’ennesima stagione, ma scarseggia il tempo per tentare di ricucire strappi e motivare “teste” e non bisogna sprecare nemmeno un secondo. La speranza è che accada qualcosa di bello ma nel calcio vince sempre chi sbaglia di meno… e mentre il Benevento e il Foggia hanno grinta e idee di gioco chiare, oggi il Lecce sembra lontano anni luce da loro. Bisogna essere onesti e rimboccarsi le maniche: se ci sono panni sporchi da lavare vanno lavati subito, in privato, e poi stesi al sole ad asciugare, bisogna farlo immediatamente.
È lodabile il comportamento della società che afferma di voler costruire un grande futuro e lo dimostra con i fatti e con l’impegno ma ora c’è questo presente da vivere e bisogna farlo nel migliore dei modi. Non vogliamo fare processi a nessuno perché non è il momento, alla fine comunque ognuno si assumerà le sue responsabilità oppure si prenderà i propri meriti, ma sarebbe un vero peccato sprecare tutto in questo modo. Conquistare i play off è obbligatorio.