LECCE (di M.Cassone) – Il tempo corre veloce nel calcio e bisogna sempre guardare avanti, lo sa bene il centrocampista romano, classe ’87, Stefano Salvi, che oggi ha inaugurato le interviste settimanali sul lungo cammino che porterà alla sfida di Monopoli. In modo fermo e deciso ha affermato di tenersi stretto il punto ottenuto col Melfi, ma la testa è già alla prossima gara dove bisognerà vincere senza se e senza ma.
MELFI – “Ogni partita è una storia a sé. Noi le prepariamo di settimana in settimana e vogliamo sempre far bene. Non è giusto dire che abbiamo sbagliato gara, di fronte avevamo una squadra che ha dimostrato di stare bene e ci ha messo in difficoltà; hanno segnato subito e noi abbiamo dovuto rincorrere. Volevamo tanto a vincere ma la tensione ci ha giocato un brutto scherzo; era tanta la foga perché sapevamo di poter andare in testa alla classifica, e abbiamo sbagliato i minuti iniziali giocando sotto ai nostri standard, ne siamo consapevoli. Abbiamo parlato nello spogliatoio, ma questo punto ce lo teniamo stretto per come è arrivato. Abbiamo lottato fino alla fine. Ora però mettiamoci una pietra sopra, andremo a Monopoli a riprenderci quello che abbiamo lasciato domenica”.
MONOPOLI –“È una squadra ben organizzata che gioca anche un buon calcio, non sarà facile affrontarli perché hanno bisogno di punti, viaggiano a ridosso dei play out e venderanno cara la pelle, sono certo però che riusciremo a fare una grande gara”.
LEGA PRO – “Purtroppo questo è un campionato di me…; non sempre i valori hanno la meglio, se sbagli ti castigano subito. Le partite si risolvono grazie ai singoli episodi. Agli avversari non puoi concedere nulla perché è pericolosissimo farlo, appena ti rilassi un po’, c’è chi corre, come ha fatto il Melfi domenica, e ti mette in difficoltà”.
BRAGLIA – “Il mister in panchina è importantissimo, però non addebiterei alla sua mancanza il nostro atteggiamento iniziale. Lo possiamo vivere tutta la settimana, ci motiva, ci carica, farne a meno durante la gara non deve essere una scusa, perché se ci siamo espressi sotto ai nostri standard è solo colpa nostra”.