Lecce, “se vuoi puoi”. Nove battaglie e 27 punti in palio

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LECCE – Per il Lecce non c’è tempo di festeggiare la splendida e importantissima vittoria sul Venezia del “Penzo”, 2-3, con i lagunari che hanno rimontato ben due volte i giallorossi, perché alle porte c’è subito il Frosinone di Alessandro Nesta. Questa folle e imprevedibile serie B, forse una delle più competitive degli ultimi anni, corre veloce e non permette distrazioni. Soprattutto a questo punto della stagione, dove i punti valgono sempre di più e le partite sono sempre meno.

Il Lecce non ha proprio voglia, dal canto suo, di fermarsi: non può farlo e non deve farlo, l’occasione serie A e promozione diretta è troppo ghiotta. I risultati utili di fila, sono 8, e le vittorie consecutive, 3. I gol fatti sono 55: l’attacco più forte e volenteroso del campionato, la capolista Empoli ne ha segnati 4 in meno. La classifica adesso sorride e dice terzo posto in solitudine, a meno uno dal quotato Monza, secondo. Ciò vuol dire, una sola lunghezza dalla promozione diretta.

Massimo Coda, attaccante U.S. Lecce

La squadra di mister Eugenio Corini corre veloce e guarda dritta verso l’obiettivo: Massimo Coda, l’inarrestabile Hispanico, ne ha segnati già 16, con due doppiette consecutive, e vuole andare oltre il suo record stagionale di 21 reti (nella stagione 2018-19 con la maglia del Benevento). Stefano Pettinari, che a gennaio era pronto ha partire e del tutto fuori dai piani societari, con i lagunari ha segnato il secondo gol di fila e la rete che ha aperto la partita. Il danese Morten Hjulmand, è il giovane re del centrocampo, corre, lotta e aiuta sempre i compagni. Ha carattere e i suoi piedi sono educati. Il brasiliano Gabriel, nonostante i 36 gol subiti in 29 giornate, sembra avere i guantoni fatati e nelle occasioni difficili ci ha messo spesso una “pezza”. E poi, il “vecchietto” Maggio, 39 anni, che ha entusiasmo da vendere sul suo amato out destro e di fronte ha il giovane e pimpante, Antonino Gallo. Ci fermiamo qui, con l’elenco dei nomi: diciamo solo che a 9 gare dalla fine, Eugenio Corini è stato bravo nel trovare la giusta quadratura del cerchio, e non era facile, in una squadra con moltissimi elementi nuovi, giovani e stranieri, con pochissima esperienza nel calcio italiano. Così come, è stato competente l’esperto e navigato Pantaleo Corvino, il responsabile dell’area tecnica, a costruire la squadra: un gruppo forte nato dalle macerie della retrocessione. Senza tralasciare, la società abile a stare dietro, cosa non di poco conto, a quanto appena detto.

L’obiettivo è ancora lontano, molto lontano, e non è detto che venga raggiunto tramite la porta principale, ma il Lecce è sulla strada giusta e poi quando in campo si vede il bel gioco, l’impegno e la maglia “sudata”  bisogna soltanto divertirsi, sognare e sperare. Il calcio lo permette: in periodo storico nero, anzi nerissimo, è proprio questa la sua magia.

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