LECCE (di Carmen Tommasi) – Incontra la Roma, la squadra della sua città, quella per cui tifava da bambino e quella contro cui il suo Lecce va alla ricerca della quarta vittoria di fila in campionato in chiave salvezza, ma per Fabio Liverani sembra essere una gara come tutte le altre e dallo stesso valore emotivo, almeno a quanto dichiara lui stesso: “Il fatto di incontrare la squadra della mia città allo stadio Olimpico per me cambia poco. Ha lo stesso valore di quando vado a San Siro, a Napoli o in altri grandi stadi. Incontriamo un gruppo che lotta per la Champions League, ma ci andiamo con le nostre certezze. Abbiamo voglia di fare una partita gagliarda contro una squadra che vorrà ripartire forte. Domani con la Roma sarà una gara sicuramente difficile e impegnativa, di sostanza. Dovremo ripetere la prestazione di Napoli e di altre gare, difendendo quando -ha spiegato l’allenatore dei salentini– ci sarà da farlo e cercando di fare gioco quando possibile. Hanno giocatori di qualità, su tutti Dzeko, che possono metterci in difficoltà. Pensare che sarà una partita semplice sarebbe un errore madornale, i ragazzi lo sanno e ne sono consapevoli”.
Mister, in avanti è piena emergenza con l’assenza di Babacar, Falco, Farias e Saponara: è preoccupato?
“Ormai sta diventando una costante la difficoltà a livello numerico nel reparto avanzato. In attacco disponiamo del solo Lapadula, ma comunque in organico abbiamo giocatori con caratteristiche offensive. Dispiace per i ragazzi che sono infortunati e per tutti noi che dobbiamo fare a meno di loro. Saponara è guarito e da martedì si allenerà con il gruppo. Per Babacar e Farias, invece, ancora non c’è una data certa. La fortuna è che abbiamo ampliato il centrocampo con giocatori offensivi, ma è un dato oggettivo che non abbiamo attaccanti puri”.
Chi giocherà, quindi, dietro a Gianluca Lapadula?
“Dipende da come vorrò costruire il centrocampo, perchè ho ancora pensieri a riguardo. Il portiere? Domani gioca Vigorito, anche se Gabriel è rientrato a pieno. Mauro si è meritato un’altra chance, ma nulla è scontato da qui alla fine del campionato e non è una scelta scaramantica”.
Crede che la squadra di Fonseca possa essere stanca dopo l’impegno con il Gent in Europa League di giovedì sera?
“Pensare ad una Roma stanca per l’impegno europeo sarebbe il più grave errore. I loro giocatori hanno grande qualità e sono abituati a disputare tre impegni in sette giorni. Dobbiamo giocare con umiltà difendendoci quando c’è da difendere e attaccando quando sarà possibile. La partita di rugby all’Olimpico? Il terreno da gioco è stato stressato, purtroppo è una situazione che non dipende da noi e che no va a vantaggio, comunque, di entrambe le squadre”.
Ricorda quel Roma-Lecce finito 2-3 del 20 aprile 1986, gara testa-coda che ha “deciso” lo scudetto a favore della Juventus?
“Certo che la ricorso, fu un dispiacere, ma anche un grande insegnamento. Nel calcio di scontato non c’è nulla, è il gioco più bello del mondo perché gli obiettivi bisogna prima raggiungerli e poi festeggiarli. In quella partita non ero allo stadio, l’ho seguita sotto casa con gli amici”.