Benvenuto in paradiso: Lecce, un 2019 speciAle

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Il 2019 è stato un anno magico per il Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) – Come nelle favole. Anzi ancora meglio delle favole, perché il 2019 dell’U.S. Lecce è pura realtà: un sogno che si è realizzato, il ritorno in serie A. Nel “magico” 11 maggio 2019, dopo ben sette lunghi anni, la squadra di Fabio Liverani ha piegato lo Spezia per 2-1 con le reti di Petriccione e La Mantia e ha conquistato all’ultima giornata il pass per il ritorno nella massima serie. Dalla C alla A in sole due stagioni e i giallorossi hanno bissato un’impresa che aveva già centrato a cavallo tra il 1995 e il 1997 quando la squadra allora allenata da Gianpiero Ventura ha fatto il doppio salto trascinata dai gol di Francioso e Palmieri. Un giorno memorabile che ha cancellato la forte amarezza per la doppia retrocessione (dalla A in Lega Pro) comminatagli nel 2012 dalla Corte federale anche a causa della famosa combine nel derby con il Bari. Un anno speciale quello che si sta per chiudere in cui il presidente Sticchi Damiani, insieme ai suoi immancabili soci, al diesse Meluso e al tecnico Liverani hanno compiuto un capolavoro, pur stravolgendo la squadra che era stata promossa nella stagione 2017-18.

S come squadra – La forza di una squadra che tra mille difficoltà è diventata gruppo ed è riuscita a conquistare la massima serie in un campionato, come quello cadetto, in cui l’ostacolo era sempre dietro l’angolo soprattutto per una neopromossa. Con i singoli si vincono le partite, mentre con il gruppo si vincono i campionati: è stato sempre questo il pensiero di Fabio Liverani.  Il Lecce è stato un blocco unico e lo hanno dimostrato i risultati: ha saputo scalare le tappe chiudendo la stagione con più vittorie di tutti (19 contro le 18 del Brescia) ed essendo il secondo miglior attacco della serie B (66 gol segnati e 45 subiti).

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La Curva Nord

P come pazienza – Bisogna rispettare l’avversario: attaccarlo, giocare sempre il pallone e non buttarlo mai via, verticalizzare e quando è il momento cercare di colpirlo. In alcuni casi, se la squadra avversaria è più blasonata della tua bisogna aspettarla e poi approfittare di un suo errore per affondarla. Il presidente Saverio Sticchi Damiani ha sempre chiesto che la squadra gettasse il cuore oltre l’ostacolo, impegnandosi a stare vicino al gruppo e a lavorare per migliorarlo ulteriormente qualora ce ne fosse stato bisogno: il messaggio è stato ben interpretato e realizzato.

E come entusiasmo – Un entusiasmo infinito proveniente da più versanti: dalla tifoseria, dalla società, dallo staff tecnico e dall’intera rosa (anche di chi ha giocato poco). Un poker perfetto in cui tutti i tasselli del puzzle di sono uniti quasi alla perfezione e si è riusciti a creare una promozione importante e del tutto inaspetatta.

C come Cavalcata – La stagione 2018-19 è stata memorabile, un capolavoro: la squadra salentina, partita con l’obiettivo della salvezza, si scopre, invece, sin dalle prime giornate una concorrente per i primi posti della classifica. Arriva così, al dì sopra di ogni pronostico, la promozione diretta grazie a 66 punti, che valgono il secondo posto in campionato (il Brescia ha chiuso a quota 67).

I come intesa – Intesa tra  i calciatori e lo staff tecnico che hanno creato dei buoni e “sani” principi di gioco: pressing alto, linee strette, veloce giro-palla e regista. Il tecnico del Lecce ha dimostrato di essere un grande gestore di risorse. Ha tirato fuori da tutti il meglio dando al gruppo grande continuità e consapevolezza dei propri mezzi.

A come amore – L’amore incondizionato dei tifosi: forte, passionale e carico di affetto verso i colori giallorossi e questo a prescindere dalla categoria. Lo zoccolo duro della tifoseria, la Curva Nord, ha sempre seguito i suoi beniamini anche in Lega Pro e nei campi più difficili d’Italia. Incuranti dei chilometri e del freddo non hanno mai abbandonato la squadra del loro cuore.

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Fabio Liverani e il figlio Mattia

L come Liverani – “Don” Fabio, l’uomo dei miracoli: l’allenatore della doppia promozione di fila, colui che con il suo marchio di fabbrica, il 4-3-1-2, ha trascinato i giallorossi fuori dall’inferno della Lega Pro dopo ben sei stagioni e poi è riuscito, dopo un solo anno in serie cadetta a riportarlo in serie A. Eppure, il tecnico romano era arrivato nel Salento tra lo scetticismo generale: non era ben voluto, quando nel settembre 2017 è subentrato sulla panchina in serie C al posto del dimissionario Robertino Rizzo, che a sua volta era stato sostituito ad interim dal vice, e amico fraterno, Primo Maragliulo per la sola quarta giornata di campionato. A piccoli passi, con poche parole e a suon di risultati sul rettangolo verde ha conquistato proprio tutti, anche i più “apocalittici”: il mister dei colpi di tacco anche dalla panchina, colui che se potesse scenderebbe in campo, come ai vecchi tempi, per aiutare i suoi, è diventato nel Salento uno di “casa”.

E come eleganza – L’eleganza e il “savoir faire” della società di Via Colonnello Costadura nella cordata tutta salentina, nata nel 2015, unita da una forte amicizia e dall’immensa passione per il Lecce, voluta intensamente da Saverio Sticchi Damiani. Un gruppo che è riuscito a salvare il Lecce da un probabile fallimento, a riportarlo nel calcio che conta e a creare una società sana, con il bilancio in regola, e a ricreare l’entusiasmo in una tifoseria che stava diventando “depressa” e demotivata. Giù il cappello e tanti nuovi successi per l’anno nuovo, con la speranza che sia un 2020 altrettanto speciale.

 

 

 

 

 

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