Mosca-rovesciata e i tifosi rivogliono il “vecchio” Davide

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Davide Moscardelli, attaccante U.S. Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) – “La classe non è acqua”: o ce l’hai o non ce l’hai e Davide Moscardelli ne ha sicuramente da vendere. Seppure, l’attaccante di Mons è stato uno dei più criticati del Lecce di Piero Braglia sin dalle prime giornate di campionato e non sicuramente ai livelli dello scorso anno, stagione in cui l’ex Bologna è stato il capocannoniere dei salentini con ben 15 gol messi a segno.

Il bomber barbuto, che il prossimo 3 febbraio spegnerà 36 candeline, è uno dei quei giocatori che rappresenta un vero e proprio lusso per la categoria, un elemento che i più invidiano alla rosa giallorossa. In questa prima parte di stagione è apparso, però, stanco, inconcludente e a volte anche nervoso, ma mai demotivato (o svogliato) e ha sempre dimostrato, sia con i fatti che con le parole, di tenere al Lecce e di voler rimanere nel Salento, dove si è ambientato a pennello insieme alla moglie Guendalina Tobia e ai due piccoli gemellini.

AMATO E COCCOLATO – Tre soli gol nella stagione in corso, troppo pochi per uno come lui, ma sicuramente la punta non viene ben servita dai compagni di squadra, elemento questo da non trascurare, così come non si può non ricordare, nell’analizzare l’operato del giocatore, tutto il lavoro sporco e in fase di non possesso che  il bomber italo-belga “fa” a favore dei suoi. Tutto questo, lo sa bene il tecnico Piero Braglia che “coccola” a suon di dichiarazioni importanti il suo esperto attaccante (elemento immancabile nell’undici iniziale giallorosso) che nello spogliatoio è un “mito” e per i tifosi resta, invece, sempre il buon ricordo di quanto  da lui fatto l’anno appena passato.

RI-ECCOLO – Sa anche lui, d’altronde, di non aver dato quello che poteva dare nella prima parte di campionato, ma ieri contro la Juve Stabia, davanti al pubblico amico del “Via del Mare”, è sembrato essere tornato quello dei tempi migliori e quando ha sfoderato nel secondo tempo quel magico gesto tecnico in rovesciata, tanto pericoloso quanto spettacolare, lo stadio intero aveva già urlato al gol, ma l’urlo è rimasto stretto forte in gola. L’appuntamento al gol sembra essere solo rimandato, perché Mosca-gol è sicuramente quello visto ieri con le “vespe” e non quel giocatore abulico del girone d’andata. I tifosi lo sanno e lui, dietro quella vistosa barba e quello sguardo inaspettatamente timido, sogna di ritornare a festeggiare sotto quell’amata Curva Nord con uno dei suoi gol-perla.

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