LECCE (di Carmen Tommasi) – L’umiltà al primo posto, la voglia di fare come punto di partenza e il desiderio di soddisfare i proprio tifosi come obiettivo principale: parola di capitan Marco Mancosu. “Ho recuperato dall’infortunio che mi ha tenuto fermo nel pre-campionato. Nell’ultima gara dello scorso anno con lo Spezia -ha spiegato il centrocampista sardo, 31 anni- ho subito un trauma al ginocchio che mi sono portato dietro tutta l’estate. Ora questo problema è superato, ma com’è normale che sia la condizione non è al 100%. Perdere 4- 0 mi fa male, anche se giochi contro dei grandi campioni. In ritiro ho trovato gente in forma con voglia di fare bene. Sono rimasto impressionato dalla condizione dei compagni, Falco l’ho trovato trasformato a livello fisico, negli allenamenti ho visto che aveva un passo diverso rispetto agli altri. In più, i nuovi sono tutti come pensavo Ero contento quando hanno preso Lapadula, perchè mi ha sempre dato l’impressione di essere un giocatore che aveva fame e ne ho avuto la conferma. Mi piace anche Shakhov perché è molto inquadrato e ha cultura del lavoro, le persone che lavorano così mi piacciono da morire”.
Cosa vi ha insegnato la brutta batosta incassata a San Siro contro la squadra di Antonio Conte?
“Abbiamo fatto bene soprattutto per venti minuti dobbiamo calarci quanto prima in questa nuova realtà. Quello che ci ha contraddistinto in questi ultimi due anni è stata l’umiltà, nel senso che bisogna sempre pensare che l’avversario sia più forte di te, in modo tale che l’attenzione sia massima. Deve essere così anche in questo campionato. Per la salvezza ovviamente bisogna anche rosicchiare qualche punto in queste partite. È stato il nostro battesimo in serie A e ci è servito per capire contro chi giocheremo, questa sconfitta la paragono a quella in coppa contro il Genoa dello scorso anno, ci ha fatto capire che se non facciamo attenzione andiamo incontro a partite del genere. Fermo restando che abbiamo fatto bene per venti minuti e siamo stati bene in partita”.
Firmerebbe per cinque centri stagionali nel campionato di massima serie?
No, ma non perché sono presuntuoso (sorride, ndr). Non mi pongo obiettivi personali, ciò che conta è che si raggiungano gli obiettivi di squadra. Mantenere la categoria sarebbe il massimo per il futuro di questa squadra e di questa città. Io devo continuare a fare bene, se sono ancora a Lecce dopo gli anni di serie C è perché me lo sono meritato, ma ciò non significa che mi si deve stendere il tappeto rosso davanti. Se continuerò a fare bene, come mi auguro, sono certo che sarà ancora una lunga storia con questa maglia ma dipende tutto da me. Io fondamentale nel 4-3-1-2? Questo lo lascio dire agli altri, ma giocando con questo modulo in serie A posso dare equilibrio essendo centrocampista, faccio delle cose che magari un attaccante non riesce a fare. C’è da dire, però, anche con tre punte questa squadra può fare bene, è solo questione di abitudine”.
La campagna abbonamenti ha dato dei risultati stupefacenti, se lo aspettava?
“Si, fin dal mio arrivo mi hanno chiesto la serie A, non la serie B, ma la massima serie. Questo è normale per una pizza come Lecce. La loro risposta in fatto di abbonamenti è stata: sono tantissimi e ne sono felice. Il Via del Mare deve diventare un fortino, le salvezze si costruiscono così. Il Verona? Siamo alla seconda giornata e dobbiamo ancora affinare molti meccanismi di squadra. Contro i veneti (Hellas Verona-Lecce 0-2 dello scorso 5 ottobre, segna prima La Mantia e poi arriva un gran gol proprio di Mancosu, ndr) ho vissuto una delle notti più belle con questa maglia, è stato il mio salto di qualità dalla C alla B. Speriamo che si ripeta”.