LECCE (di M.Cassone) – Ci sono gare che nascono storte, ci sono giornate in cui le negatività tinteggiano l’aria ma ci sono attimi che cambiano la storia, ed è come se cambiasse il vento e spazzasse via tutte le nubi.
Accade in Lecce – Livorno.
Liverani si ritrova a dover fronteggiare una situazione molto pesante, le assenze di Lucioni, Bovo, Scavone, Mancosu e Petriccione avrebbero messo in ginocchio chiunque e così stava accadendo anche per il Lecce.
Dopo un inizio scoppiettante dei salentini, il Livorno punge, passa in vantaggio con Bogdan, raddoppia con Diamanti, getta nello sconforto uno stadio intero.
Tutto può cambiare però, tutto in un attimo, quell’attimo che come un turbo spinge in avanti il cuore oltre l’ostacolo.
Il mister romano azzarda un 4-2-3-1 e si gioca il tutto per tutto nel secondo tempo ed ecco che La Mantia accorcia le distanze su un assist di Arrigoni che con la fascia di capitano, dopo aver atteso il suo turno in panchina per tanto tempo, troppo tempo, si fa trovare pronto, si traveste da supereroe e pareggia con un missile che per la balistica è motivo di studio accurato. Tutto questo mentre Falco ricama calcio, innervosisce gli avversari che picchiano forte ma lui è sempre in piedi pronto a mettere lo scarpino ovunque, sempre pronto ad accarezzare la palla, a coccolarla, a disegnare assist.
È un Lecce che non molla, sente l’odore del sangue dell’avversario che ormai è alle corde e lo azzanna definitivamente dopo una zampata vincente di La Mantia che segna una doppietta, la sua prima in giallorosso, dopo due mesi di astinenza.
In tribuna c’era Scavone, convalescente dopo il brutto infortunio subito con l’Ascoli, e c’era anche Mejer il nuovo acquisto per il centrocampo.
Il resto è già storia da raccontare, che va in archivio, insieme ai colori di un Via del Mare, che adesso con 38 punti alla 24^ giornata può veramente sognare il salto nella massima serie.
E dunque… siamo giunti al dunque: che bella squadra il Lecce di Liverani.