LECCE (di M.Cassone) – Che bella storia questo Lecce, che bel percorso fatto di cadute e risalite, di sogni infranti e rigenerati alla velocità della luce, di traguardi volati via sul fil di lana e poi è arrivata la gloria d’una meritata promozione in serie B e che bell’inizio in cadetteria dove le altre neopromosse raschiano il fondo del barile e la squadra salentina invece, seppur penalizzata da diverse decisioni arbitrali ingiuste festeggia un Natale ad alta quota, al secondo posto.
E checché se ne dica, con tutte le cautele che abbiamo sempre usato, nessuno si sarebbe scandalizzato se addirittura i giallorossi avessero già scalato la vetta, perché, e lo ripetiamo, se è vero che l’obiettivo è mantenere la categoria e rinsaldare la posizione societaria nel calcio che conta per puntare alla serie A in un paio di anni, è pur vero che questo Lecce, per quello che ha fatto vedere fino ad ora, senza la rilassatezza di Benevento e le scelte infelici degli arbitri contro il Pescara e contro il Brescia, e non vogliamo aggiungere altro, sarebbero lì a toccare il cielo con un dito.
Ciò detto, ovviamente, bisogna pur evidenziare che questa squadra deve crescere a livello caratteriale perché saper gestire le gare significa anche, e soprattutto, non gettare alle ortiche, arbitraggi compresi ma a parte, gare importanti e punti come quello lasciato a Brescia, perché prendere un gol nell’ultimo minuto su un calcio d’angolo da un uomo lasciato libero in area è un argomento da esame di coscienza.
Suvvia, però, bisogna gioire, ricordando proprio tutto quello che nei lunghi anni di serie C ha patito una piazza intera, questa prima parte del campionato del Lecce è strabiliante, meravigliosa, emozionante.
Eppure più di qualcuno aveva ipotizzato che Liverani non sarebbe riuscito nemmeno a mangiare il panettone, non solo lo mangia, addentandolo sorridendo, ma lo regala a tutti gli scettici, confermandosi un ottimo allenatore, un grande condottiero.
Complimenti alla società tutta e al direttore sportivo Mauro Meluso per aver scelto dei calciatori che sono prima uomini e poi atleti, perché hanno la testa sulle spalle ed hanno avuto l’intelligenza e la sensibilità per diventare gruppo solido dopo poche settimane.
E siamo giunti a Natale… un Natale festeggiato ad alta quota.
Godi Lecce, questo è il tuo regalo.