LECCE (di M.Cassone) – Il gioco del calcio è un gioco strano, affascinante, imprevedibile, dove il risultato finale di un incontro è legato spesso a degli episodi che nulla hanno a che vedere con i valori espressi in campo dai protagonisti.
Il Lecce è in serie C dove tutto è di serie C o terza serie, come dir si voglia, anche gli arbitri che in molte occasioni si dimostrano acerbi e inesperti e non hanno nemmeno l’ausilio dell’ormai famosissimo VAR che sta rivoluzionando la massima serie. Ieri con l’ausilio della moviola in campo, al 93° senza se e senza ma, il sig. Andrea Giuseppe Zanonato avrebbe concesso la massima punizione per il fallo macroscopico subito da Di Piazza sulla linea dell’area piccola e forse la gara sarebbe terminata con la vittoria del Lecce.
Stendiamo un velo pietoso e immergiamoci nella gara Lecce-Akragas terminata 0-0 con tanti rimpianti da parte dei giallorossi che per la mole di gioco espressa e le occasioni collezionate (è difficile anche contarle) avrebbe meritato la vittoria. E proprio quando riguardiamo la gara ci accorgiamo che l’arbitraggio del signore di Vicenza è insufficiente sotto tutti i punti di vista ed è urticante quando i calciatori siciliani provocano e perdono tempo già dall’inizio del secondo tempo con atteggiamenti che hanno poco a che fare con una gara di calcio tra professionisti. Nessuna colpa però agli agrigentini che hanno portato a casa un punto, osiamo dire anche meritandolo perché ci hanno creduto e con la loro tattica del “distruggi e fuggi” potevano anche far male, sono stati fortunati, decisi e… aiutati dalla sorte, ma non hanno nessuna colpa.
Il portiere Vono si traveste da Superman e riesce a togliere, senza paura, “tutte le castagne dal fuoco” alla propria compagine e mette in cassaforte il pareggio, il resto lo fa quella traversa colpita da Mancosu che ancora trema, un pizzico di sfortuna a tinte giallorosse, un arbitro per nulla in forma, e un po’ di imprecisione sotto porta dei giallorossi.
In settimana Lo Monaco del Catania aveva, con tono provocatorio, parlato di arbitraggi a favore del Lecce, ieri la risposta di Meluso in conferenza, in un botta e risposta secco. È urgente che nella stanza dei bottoni facciano molta attenzione ricordando che in C, in uno scenario apocalittico dove ci sono squadre senza stadio, dove ballano le fidejussioni, dove spesso gli stipendi non vengono pagati puntualmente, dove le squadre spariscono da un giorno all’altro, ci sono squadre come il Lecce ma anche come il Catania che spendono fior di milioni di euro per tentare la scalata al vertice. Ciò detto ci auguriamo che tutto rientri nella normalità del campo ma dispiace quando gli errori arbitrali sono marchiani e arrivano dopo delle sterili polemiche. Ovviamente crediamo nella buona fede e crediamo in questo gioco che ci tiene incollati sugli spalti a tifare col cuore in gola.
Fortunatamente in questo sport il tempo passa in fretta e sbiadisce le cose negative. È già tempo di pensare al Matera; l’incontro di sabato nella “città dei sassi” contro la squadra di Auteri sarà l’ennesimo esame difficilissimo di questo lungo cammino che terminerà a maggio. Una gara che la squadra di Liverani dovrà affrontare senza Cosenza che ha subito un giallo per proteste, evitabile, ed era diffidato; e con l’assenza di Drudi (infortunato) per il tecnico di Roma la difesa diventa un rebus da risolvere. Giocherà il giovane Riccardi insieme a Marino? Oppure Ciancio, o chissà Arrigoni con Armellino spostato in cabina di regia? Questo sarà il tema della settimana.
Concludiamo dicendo che contro l’Akragas abbiamo visto il Lecce più bello di questa stagione: compatto, aggressivo, attento nella fase difensiva, propositivo ma sfortunato e poco cinico. Vero è, dunque, che i segnali di crescita sono evidentissimi.
La classifica è cortissima, è presto per pensare ad una qualsiasi fuga, sarebbe importantissimo però racimolare punti a Matera, in caso contrario però non sarebbe un dramma perché questa squadra con Liverani al comando sta dimostrando, gara dopo gara, di esserci, sta dimostrando di poter recitare un ruolo da protagonista per la vittoria finale.
Rimpianti a parte… bisogna guardare avanti.