STICCHI DAMIANI A PIAZZA GIALLOROSSA HA RACCONTATO IL SUO LECCE A 360°

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L'avv. Saverio Sticchi Damiani, presidente dell'U.S. Lecce
L'avv. Saverio Sticchi Damiani, presidente dell'U.S. Lecce
L’avv. Saverio Sticchi Damiani, presidente dell’U.S. Lecce

LECCE – Il Presidente dell’U.S. Lecce, l’avv. Saverio Sticchi Damiani, ospite della puntata 1405 di Piazza Giallorossa, ha parlato a 360° del momento del Lecce, ha svelato anche in maniera ufficiale i profili visionati nel dopo Rizzo, di cui ha parlato ampiamente, ed i motivi che hanno portato alla scelta di Liverani, ha parlato inoltre di bilancio, di Palaia, degli sponsor, del prossimo avversario, ha accarezzato con un apprezzamento il giovane Tsonev e in maniera ottimistica si è proiettato al futuro vedendo il bicchiere mezzo pieno.

«Come inizio non ci siamo fatti mancare nulla quest’anno (sorride, n.d.r.). – Esordisce così il Presidente Sticchi Damiani che poi ci tiene a precisare – Sarei dovuto venite qui due settimane fa, come fu dopo la sconfitta col Foggia e col Matera, non sono abituato a venire quando vinciamo e sarei venuto volentieri dopo la sconfitta di Catania, perché è giusto parlare e spiegare alla gente mettendoci la faccia soprattutto in quelle occasioni però quel lunedì tutto pensavamo tranne che dovevamo lavorare per cercare l’allenatore».

CATANZARO –«È  stata una bella gara dove abbiamo fatte tante cose buone; sinceramente non mi aspettavo da subito di vedere tante cose positive, sicuramente l’effetto dell’allenatore è stato importante, perché Liverani è una persona che ha una personalità spiccata e ha subito individuato tre/quattro cose fondamentali su cui intervenire, non solo di natura tattica ma a 360°; la squadra ha dimostrato la disponibilità che ha sempre dimostrato con tutti gli allenatori che si sono susseguiti. Ha alleggerito un po’ il clima, ha premuto il tasto giunto, forse perché si è assunto delle responsabilità e ha chiesto loro di divertirsi, di essere più sereni e spensierati».

RIZZO –  «La realtà reale è quella ufficiale. Mister Rizzo ha avuto delle ragioni personali che lo hanno portato a una scelta dolorosissima; un malessere nato dal dover gestire una situazione per lui tanto coinvolgente sul piano sentimentale, perché oltre ad essere un grande allenatore ha un cuore giallorosso. Quini al di là di quello che si è detto le reali ragioni vanno cercate in questo: il coinvolgimento emotivo. Con la sua solita serietà ha ritenuto di non poter essere a disposizione del Lecce al 100%. Aveva un ottimo rapporto con la squadra, era soddisfatto dell’organico allestito perché anziché farsi le vacanze ogni giorno ha lavorato gomito a gomito con il diesse per allestire questa squadra, era molto contento su tutte le operazioni di mercato; poi un’altra cosa che mi è dispiaciuta è stata la diceria che la società non l’abbia difeso, difeso da cosa? La gente gli vuole bene; qualche giornale ha fatto delle critiche, finché sono legate al campo, a volte scritte bene altre in modo strampalato ma sempre di calcio parliamo, quindi non c’era nulla da difendere. Poi ci siamo fermati di fronte alla sua decisione, di fronte al fatto che era un farsi del male andare avanti, e questo lo abbiamo capito dopo esserci confrontati da uomini, in modo onesto. Roberto merita di non subire nessuno intoppo nella sua carriera, dovuto a questo piccolo incidente di percorso, perché è un allenatore bravo».

TSONEV – Come tipologia di calciatore mi è sempre piaciuto, mi piace che un ragazzo di vent’anni sia titolare nel Lecce, si è fatto trovare pronto, per me è un calciatore di grandissima classe e qualità, non perché sia stato più bravo degli altri, ma un nostro giovane, un nostro under, che non è affatto sembrato un under è motivo di soddisfazione. È stata una grande operazione di mercato di Meluso».

LIVERANI – Dopo le dimissioni di Rizzo noi eravamo completamente impreparati, di solito quando una squadra va male ci si guarda intorno, non avevamo pensato proprio all’ipotesi di cambiare allenatore. Poi quando il lunedì sera ci siamo riuniti con Meluso, lui ha iniziato a presentarci dei nomi e ci siamo dati un metodo di lavoro per individuare delle persone che avessero voglia di rilanciarsi e di fare bene e che fossero allenatori con le caratteristiche per allenare una squadra costruita per giocare a calcio; questa squadra ha un numero di difensori centrali limitato e questo limitava la possibilità di prendere un allenatore che giocasse con tre difensori centrali, poi non ha degli incontristi, a centrocampo sono tutti palleggiatori e siamo andati nella direzione di allenatori che avessero questo profilo.  Poi cosa che non ho mai fatto ho voluto avere la possibilità di scambiare due parole con l’uomo prima ancora che con l’allenatore.

Allenatori visionati? Non è un mistero. C’è stata una telefonata con Stellone ma non l’abbiamo mai incontrato; non c’è stato un suo rifiuto ma semplicemente abbiamo parlato di moduli e il suo 4-4-2 come situazione unica non ci sembrava la la più adeguata per la squadra. Poi nello stesso giorno abbiamo avuto contatti con De Zerbi, Toscano e Liverani.  De Zerbi aveva un impegno con una squadra di serie A e doveva star fermo per 15 giorni e ci ha chiesto di aspettarlo se era possibile, lui ad un ritorno in Lega Pro non ci aveva pensato ma questo tipo di formazione lo stuzzicava. Toscano è un allenatore di grande temperamento, è una persona fantastica, ma nelle corde aveva il 3-5-2, anche se era disponibile a delle variazioni. E poi Liverani che è diventata la nostra scelta senza indugio dopo due incontri, nonostante ci fossero le altre situazioni in piedi. Noi gli abbiamo dato disponibilità incondizionate sullo staff, sulla durata, e lui ha capito che lo volevamo davvero. Lui mi ha colpito per la straordinaria linearità delle cose che dice, che pensa, e per la schiettezza. Ho visto una persona vera, perbene, lucida, pronto a venire in una piazza difficile. E con tutti i soci, Corrado Liguori, Alessandro Adamo,  abbiamo deciso che poteva essere il profilo giusto. Dare più tempo a Maragliulo? Voto 10 a Primo come persona e come allenatore, a quel punto però bisognava dare la svolta».

PALAIA – «È stata una settimana in cui abbiamo fatto delle scelte sia quella dell’allenatore che del medico. Noi abbiamo già  il dott. Congedo che è una persona straordinaria che ci fu indicato proprio da Palaia. Palaia lo conosco sin da bambino, poi lo difesi nella vicenda in cui era imputato per aver somministrato a Cottafava un farmaco che portò ad una richiesta di squalifica per lui e per il calciatore, a lui per due anni e al calciatore per pochi mesi, poi riuscimmo a fargli avere due mesi scontati che coincidevano con luglio e agosto. Fu una delle prime persone che chiamai quando decidemmo di rilevare il Lecce, non ci ritrovammo non per soldi, ma per il ruolo, c’è da dire che entrambi siamo la testa dura, poi a distanza di anni ci siamo alleggeriti ed eccoci qua. Il dott. Congedo curerà la quotidianità e lui ci darà una mano fondamentale anche col suo centro. Lui è un grande leader, è una persona che ha dato subito carica, e poi secondo me è nato sotto una buona stella (sorride, n.d.r.). Lo vedremo in panchina? Se vorrà, e se col dott. Congedo si metteranno d’accordo, a me farà piacere, devono deciderlo loro».

SPONSOR – «Qualcosa si sta finalmente muovendo, il territorio inizia a darci credito; sta facendo un buon lavoro il nostro direttore commerciale Valentini e la cosa che vogliamo fare è metterli in contatto tra loro;  la settimana prossima faremo un incontro con tutti i nostri partner perché tra di loro possono nascere delle sinergie attraverso il Lecce e vogliamo provare a sperimentare ciò».

BILANCIO – «Siamo sempre attenti ai numeri, questo sarà ancora un anno in cui abbiamo da smaltire ultime cose del passato, dall’anno prossimo poi saremo completamente liberi».

BISCEGLIE – «Sarà una gara tostissima, perché le squadre che vincono la D in quel girone hanno società forti dietro: è un campionato terribilmente dispendioso, non si bada a spese. Poi stiamo lavorando con un gruppo e un allenatore che sono insieme da pochi giorni, non è che la gara di Catanzaro ha risolto tutti i problemi e bisogna essere molto prudenti. Comunque ripensando a questo periodo voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, io per natura sono così, se in così poche partite abbiamo passato tutto questo, abbiamo cambiato tre allenatori, e abbiamo dieci punti in classifica e siamo secondi in classifica, vuol dire che abbiamo retto, quindi ora con questa tranquillità speriamo di arrivare lontani, viviamola con serenità».

QUALE SQUADRA FA PAURA? – «È presto, è davvero presto, per fare qualsiasi tipo di considerazione».

 

 

 

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