LECCE (di M.Cassone) – Lerda (in due riprese), Toma, Gustinetti, Moriero, Pagliari, Bollini, Braglia, Padalino, Rizzo, in sei anni di Serie C (compresa la stagione in corso), e due gestioni societarie, è l’undicesimo nuovo inizio per il Lecce. Si ricomincia da Fabio Liverani, si ricomincia dalla grinta, dall’entusiasmo e dalla voglia di emergere di un giovane allenatore che nella scorsa stagione, a Terni, ha fatto vedere cose eccellenti salvando “le fere” da una situazione che sembrava irrisolvibile.
Eccolo dunque che parla ai giornalisti salentini, per la prima volta, nella Sala Stampa “Sergio Vantaggiato” gremita, romano, classe ’76, col fuoco sacro negli occhi che torna ad accendere le speranze dei tifosi giallorossi.
Lo presenta il diesse Meluso: «Oggi è la giornata di Fabio Liverani; ha firmato sabato ma venerdì avevamo già trovato l’accordo, oggi invece ha firmato il suo staff oggi. Il mister arriva dopo una settimana particolare, ringrazio Rizzo mio fraterno amico e professionista esemplare, così come Primo Maragliulo che ha dimostrato grande senso di responsabilità, è un uomo con la U gigantesca, così come Redavid e Morello, li ringrazio con il cuore. Grazie al loro lavoro ho avuto il tempo di scegliere con calma per non sbagliare. Fabio Liverani è entrato nei nostri radar successivamente, ma nel momento in cui è entrato nelle nostre preferenze è andato immediatamente al primo posto. Siamo molto contenti di accoglierlo ha sottoscritto contratto biennale con possibilità di rinnovo in caso di promozione. L’allenatore in seconda è Manuel Coppola che è stato anche un calciatore del Lecce, il collaboratore tecnico è Federico Fabellini, il preparatore atletico è il professor Maurizio Cantarelli, al loro posto sono rimasti Sassanelli come preparatore dei portieri e Tumolo al recupero degli infortunati. Clausole contrattuali? Un prolungamento in caso di serie B ed una penale da ambedue le parti in caso di rescissione e prevede pure un premio per la serie A».
«Abbiamo fatto un paio di incontri, quello che mi ha spinto ad accettare l’offerta del Lecce è il progetto, l’idea, della proprietà e del direttore, in una piazza che non ha nulla da invidiare alla categoria superiore. Dopo l’esperienza della
Ternana mi aspettavo una chiamata ma non così presto, mi stavo guardando intorno, qui ci sono state delle dimissioni è normale che dopo 3 partite a meno di gravissime situazioni è difficile che una società cambi per scelta tecnica. Abbiamo parlato un po’ e con grande entusiasmo da entrambe le parti abbiamo deciso di intraprendere questo percorso. – Esordisce così il tecnico romano – Questa è una categoria difficilissima, ne vince solo una, i playoff diventa un altro campionato, quindi bisogna arrivare primi, ma primi si arriva alla fine, ci vuole un pizzico di pazienza, capisco che non è facile, e noi dovremo fare un percorso che di qui a maggio ci permetta, speriamo, di essere davanti agli altri. Moduli preferiti? Questa squadra è stata costruita per giocare col 4-3-3 ma penso che possa fare anche il 4-3-1-2. Numeri a parte, l’importante è l’interpretazione dei ruoli da parte dei giocatori. Dovrò valutare i calciatori che ho a disposizione e il mio dovere è quello di metterli nelle condizioni di poter dare il massimo. Cercheremo di andare veloci e di impegnarci al massimo. Allenatori a cui mi ispiro? Ho avuto la possibilità di essere allenato da tanti allenatori, ognuno di loro mi ha dato qualcosa e cerco di prendere il meglio di tutti e farlo mio con il mio modo di fare calcio, sperando di non ripetere qualche errore che io vedevo da calciatore. – Continua – Il Lecce mi ha scelto incondizionatamente e alla mia età, nel mio percorso, questo è importantissimo indipendentemente dalla categoria, è bello scegliere chi ti sceglie incondizionatamente. In questa settimana io e i miei collaboratori abbiamo visto le partite del Lecce. Il tempo c’è, ci vuole la voglia e un po’ di pazienza, questa è una squadra competitiva, ha delle qualità importanti per quella che è la categoria. Gestione della resa psicologica dello spogliatoio per gestire le pressioni? Conta molto, dovremo crescere anche in quello tutti insieme. Come squadra dobbiamo essere bravi a trasmettere qualcosa all’esterno, dobbiamo trasportare i già tanti tifosi che partecipano in numeri altissimi, cosa che non succede nemmeno in altre categorie superiori, e vanno supportati con voglia, determinazioni, risultati, qualità ed è un percorso che dobbiamo fare tutti insieme. Ovunque ho diviso meriti e colpe, i risultati aiutano a mantenere un certo entusiasmo, però né io, né il mio staff, né i miei calciatori devono prendersi responsabilità di cinque anni fa. Da oggi noi ci mettiamo la faccia e ci prendiamo le nostre responsabilità. Approccio bastone e carota, come allenatori di anni fa? I tempi cambiano per tutti, i calciatori non devono aver paura di me ma devono avere rispetto così come io di loro, dobbiamo capire che bisogna migliorare tutto – conclude – non credo ci sia bisogno del sergente di ferro, ma quando loro capiscono chi hai di fronte, e quello che chiedo, devono capire che lo devono fare in una certa maniera; prima troviamo intesa mentale e caratteriale e prima andiamo d’accordo».
È iniziata l’era Liverani, subito dopo ha diretto il suo primo allenamento… ora parola al campo, al lavoro, al pallone: solo il rettangolo verde, come sempre, ci dirà se questa sarà una storia a lieto fine oppure l’ennesima occasione persa.