LECCE (di M.Cassone) – Bisognava vincere, servivano tre punti ma più dei punti serviva una boccata d’ossigeno e una manciata di serenità per stemperare le tensioni e per guardare avanti. Il Lecce vince, seppur di misura, contro un avversario modesto ma che ha tutte le carte in regola per raggiungere in anticipo il suo obiettivo: la salvezza.
Basta un gol di Mancosu per archiviare una pratica che poteva diventare scomoda dopo la settimana trascorsa ad alta tensione; dopo le dimissioni di Roberto Rizzo era calato un velo di pessimismo e di tristezza su tutto l’ambiente.
Non vogliamo parlare solo della gara, di tattica e nemmeno del modulo adottato da Maragliulo alla sua prima panchina (e forse anche l’ultima) che ha schierato la squadra con un 4-2-3-1 che con il rientro di Di Piazza potrebbe diventare anche un 4-3-1-2.
Vogliamo parlare di serenità, di quella serenità che bisogna ritrovare per ricompattare un ambiente che sembra rotto in più pezzi; ovviamente niente prosciutti sugli occhi, i problemi ci sono, la squadra non gira come dovrebbe, ci sono soluzioni tattiche e schemi da costruire, c’è da risolvere tanto ma ci vuole pazienza per farlo.
Nessuno ha torto ma la “ragione” va ricercata in più sfumature senza intestardirsi su verità assolute che non esistono.
Contro il Rende, nonostante il bottino risicato, i giallorossi hanno lottato per 94 minuti, hanno creato, potevano segnare altri gol, almeno un paio, ma il portiere rispecchiava il suo cognome (Forte) e ha fatto la differenza. Non è stata una bella partita, a tratti è stata noiosa, ma la grinta c’è stata, la voglia di fare bene anche, la cattiveria per trovare quel gol è stata trovata in un ventaglio di occasioni andate male.
C’è tanto da lavorare ma la stagione è solo all’inizio; la vittoria finale non può garantirla nessuno, quello che possiamo garantire tutti insieme è l’unità: l’unità di intenti per provarci e lasciare alle spalle ogni negatività, poi si vedrà.
Questa è la squadra, ha i suoi limiti, bisogna correggere degli errori ma non si può rischiare di buttare tutto all’aria… questa è la serie C. Ed è il sesto anno che il Lecce prova a fuggire via, se fosse stato semplice ci sarebbe già riuscito: qui non conta il blasone, qui non contano i milioni di allenatori sparsi in Italia, qui si vince con la mentalità da serie C… e contro il Rende il Lecce, seppur senza brillare, e ripetiamo contro un avversario modesto, ha vinto con quella mentalità, nonostante le negatività.
E, nei limiti del possibile e nel rispetto del pensiero di tutti, non dimentichiamo mai che il calcio seppur sia meraviglioso è sempre un gioco: il gioco più bello del mondo.