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LECCE (di M.Cassone) – Giovanni Tateo è l’autentico protagonista di questa prima fase di calciomercato. Il procuratore, agente Fifa, di origini brindisine, trasferito a Urbino ormai da 30 anni, dove è docente universitario di scienze motorie all’Università di Urbino, ha tra i suoi assistiti Matteo Di Piazza, Abdou Doumbia e Adrian Ricchiuti che portò dal Rimini retrocesso in C al Catania in A, a 31 anni, e quest’anno, poche settimane fa, ha esordito in Champion League, a 39 anni, nei preliminari, con la maglia della squadra La Fiorita (SMR).
Lo abbiamo intervistato facendo il punto della situazione non solo sulle trattative portate a termine per Di Piazza e Doumbia ma su tutto il panorama calcistico parlando anche dell’importante ruolo del procuratore nel calcio moderno.
• Matteo Di Piazza e Abdou Doumbia, in Serie C, per il momento, sono i trasferimenti più importanti di questa sessione di mercato; tra lei e l’U.S. Lecce il feeling è sempre ben saldo. Qual è il suo giudizio sulla campagna trasferimenti del Lecce fino ad oggi?
«Il mio feeling con l’U.S. Lecce è ben saldo perché hanno una dirigenza molto competente e oculata negli acquisti e un direttore sportivo tra i migliori della categoria; Meluso conosce bene i calciatori della C, ed è molto scrupoloso nella scelta degli acquisti da fare, che sono tutti utili al modulo che applica l’allenatore. Il Lecce, secondo il mio parere, al momento è la società che si è mossa meglio rispetto a tutte le squadre dei tre gironi; ha quasi completato la rosa, mancherebbe soltanto un regista che possa far girare la squadra, del resto ha fatto tutto, tranne l’inserimento di qualche under che possa supportare i big».
• Matteo Di Piazza nella prima uscita stagionale, in amichevole, ha segnato due gol; cosa potrà dare questo ragazzo ad una squadra come il Lecce condannata a vincere? Ci parli di lui, ci presenti questo ragazzo.
«Matteo è arrivato alla maturazione giusta; nella sua carriera ha raccolto molto meno di quello che poteva raccogliere, però purtroppo molte volte accade, com’è successo ad altri, tipo Bucchi che è esploso a 30 anni arrivando in A. Secondo me Di Piazza è un giocatore che quest’anno a Lecce si può consolidare come uno degli attaccanti più importanti della categoria e potrà poi fare una B di alto livello, anche se era già pronto. Abbiamo scelto il progetto Lecce perché non ha nulla da invidiare alla B. Il mio parere è che se devo scegliere tra una B e giocare per la salvezza e una C per vincere, scelgo la C».
• Abdou Doumbia lascia il Lecce dopo oltre 100 presenze, una permanenza in giallorosso tra alti e bassi, tutti pensavano che andasse a giocare in serie B e poi è arrivato il Livorno. Ci racconti il motivo di questa di scelta.
«Dudù era nel mirino dell’Ascoli e della Salernitana, poi ci sono stati altri approcci ma non erano consoni alle caratteristiche del giocatore, lui deve giocare nel classico 4-3-3 oppure con il 4-2-3-1 che è quello che dovrebbero fare a Livorno. Scelta fatta perché è stata la squadra che ha insistito di più, l’allenatore stravede per il ragazzo, e la mia opinione è che il ragazzo devi farlo giocare dove realmente lo vogliono. Ascoli e Salernitana l’avrebbero preso ma prima dovevano sfoltire la rosa, al Lecce non serviva nessuno dei calciatori delle due squadre e di conseguenza per non perdere tempo e far stare il giocatore sulle spine abbiamo scelto Livorno, una squadra top con un campionato a vincere».
• Prima di andare al Livorno Doumbia ha firmato il prolungamento con il Lecce fino al 2019, possiamo dire che il prof. Tateo è un procuratore onesto e cerca sempre di fare gli interessi di entrambe le parti, perché pensiero comune è dire “i procuratori sono il male del calcio”… da operatore che lavora con zelo, come risponde?
«Sono dell’opinione che ci sono procuratori e procuratori. A me piace lavorare con onestà, sincerità e trasparenza. Quando la sera vado a letto e metto la testa sul cuscino devo riposare tranquillo senza il pensiero di essermi comportato male con qualcuno. Mi piace avere la coscienza pulita. C’è stata l’opportunità di dare questa continuità e di dare l’opportunità al Lecce di non perderlo definitivamente, perché ha creduto nel calciatore, che all’epoca, non era un mio assistito, ma se non erro da quello che ho potuto capire, l’avevano pagato intorno al milione di euro, e se non avessi fatto questo, per il Lecce sarebbe stato un danno e visto che ho buoni rapporti non ho esitato a proporre questa soluzione. Onestamente devo dire però che l’avrei fatto anche con altri club. Ci tengo a sottolineare però che essendo un salentino, anche se ormai sono ad Urbino da 30 anni ma le origini non si dimenticano, desidero che il Lecce ritorni nella categoria più consona, per la società e per la tifoseria che non merita la C ma meriterebbe la serie A».
• Tra i tanti assistiti lei ha Ricchiuti che ha esordito nei preliminari di Champion, poche settimane fa, a 39 anni con la maglia della Fiorita. È proprio il caso di dire che non c’è mai limite per credere nella potenza dei propri sogni?
«Ricchiuti è un uomo, dal punto di vista umano, eccezionale, e merita quello che ha fatto; anche lui è arrivato molto tardi in A, e qui mi prendo i meriti per averlo portato nel calcio che conta. Lo presi dal Rimini nell’anno che retrocesse in C1, e lo portai a Catania con un quadriennale a 31 anni. Sono contento che abbia fato anche l’esperienza Champion League coronando il suo sogno, che poi è il sogno comune di tutti i bambini che si approcciano con il mondo del calcio».
• Ai genitori, ai ragazzi, cosa consiglia?
«Prima di tutto consiglio ai ragazzi di giocare per divertirsi, questa è la cosa fondamentale, questo lo dico non solo da procuratore ma anche da docente universitario di scienze motorie, lavoro e insegno nell’ambito sportivo e determinate cose le posso dire con cognizione di causa. Il bambino si deve divertire altrimenti non va avanti, poi con calma se ha delle potenzialità importanti si incomincia a lavorare con più agonismo e attenzione. Ai genitori dico di stare attenti a non mettere pressione. La maggior parte dei genitori, e qui mi ci metto anch’io, fanno l’errore di pensare di avere il campione in casa e mettono pressione psicologica, il bambino se non arriva a determinati obiettivi rischia di smettere totalmente di giocare».
• Molte volte sul futuro del giovane calciatore incide anche la scelta del procuratore?
«Secondo me il procuratore è fondamentale. Per come vedo io la figura del procuratore dico che deve essere un amico del calciatore e consigliarlo nelle scelte. Ad esempio per Di Piazza c’era la Ternana che premeva per averlo, ma abbiamo scelto Lecce, senza nulla togliere alla Ternana. L’anno scorso aveva avuto l’esperienza a Vicenza non molto positiva, e poi a Foggia ha dato il suo grande contributo alla promozione con 6 gol e molti assist, anche giocando fuori ruolo, e per questo abbiamo scelto Lecce che per lui è l’ambiente ideale. Fondamentalmente è una prima punta, può fare anche l’esterno perché ha una buona gamba. Da quello che ci siamo detti con il Lecce sicuramente, oltre al 4-3-3, Rizzo giocherà anche con il 4-3-1-2, quindi Matteo si ritroverà nel suo ruolo ideale anche come seconda punta integrandosi bene con Caturano. In questo momento il Lecce ha l’attacco più forte. Potrebbero tranquillamente giocare in B. Se riescono a trovare il feeling giusto e penso che lo troveranno, perché come caratteristiche sono diversi e si possono completare, Di Piazza e Caturano faranno veramente impazzire le difese avversarie».
• Infine, secondo lei quali sono le squadre favorite alla vittoria finale, con promozione diretta in B, del Girone C di serie C?
«Per scaramanzia non lo dico apertamente, ma lo penso, il Lecce. I salentini si sono rinforzati molto sul mercato, sono i più attivi. Quindi in una griglia di partenza metto Lecce, Catania, anche loro stanno facendo una buona squadra, poi il Trapani, e il Matera, e teniamo d’occhio il Cosenza del direttore sportivo Trinchera che potrebbe essere la rivelazione».