LECCE (di M.Cassone) – Tocca a lui l’ultima conferenza stampa, al capitano, al calciatore che più di altri durante la stagione appena conclusa è stato sotto la lente di ingrandimento delle critiche e che è riuscito a caricarsi sulle spalle tutto il peso degli eventi. Checco Lepore, in questo campionato, ha collezionato 44 presenze totali, 37 in campionato segnando 6 gol, 3 in Coppa Italia con 2 gol, e 4 nei playoff. Una stagione in cui ha ricoperto 3 ruoli diversi e non si è mai tirato indietro: l’esempio più lampante è proprio l’ultima gara, ad Alessandria, dove ha iniziato da terzino destro, poi è stato spostato in attacco e poi a centrocampo. La sua generosità unita all’impegno ne detonato il dna da vero salentino. Nei suoi occhi c’è un velo di tristezza che tenta di nascondere col sorriso prima di iniziare a parlare dell’ennesima stagione finita male.
«Voglio ringraziare i miei compagni di squadra, perché il primo giorno che ci siamo trovati in ritiro in ritiro avevo chiesto solo una cosa, di dare tutto per questa maglia dal primo giorno fino all’ultimo, di sudarla e sicuramente l’hanno fatto e per questo voglio ringraziarli; hanno dato tutto per questi colori, purtroppo sono andate male le cose ma la gente ha apprezzato questo, da leccese sapevo cosa voleva la gente. Poi voglio ringraziare tutti: massaggiatori, magazzinieri, addetti ai lavori, addetto stampa, società e il mister, e infine la magnifica gente che ci è stata vicina dalla prima partita giocata in casa fino ad Alessandria».
È emozionato Lepore e non lo nasconde.
«Il rammarico è tantissimo. Nella vita bisogna guardare avanti. Personalmente fino a quando non vedrò il Lecce in serie A non andrò via, potrò anche rimanere in tribuna tutto il campionato ma io non andrò via, sempre se la società non mi manda via ma dubito (sorride, n.d.r.). Non ho richieste e non penso ad altro altrimenti sarei potuto andare via anche a Gennaio e non chiederò nessuna garanzia sul ruolo Ho dimostrato di poter fare la mia parte dove sono chiamato a giocare, io comunque rimarrò qui. Capitano? È il mio sogno da bambino, l’ho coronato e lo terrò stretto più a lungo possibile. Alessandria, cosa è mancato? È mancato quel centimetro più in giù sulla traversa di Mancosu, quei due centimetri in su sull’occasione di Doumbia, per il resto non è mancato nulla, e siamo rammaricati per questo.
Tornando indietro posso dire che siamo partiti per essere quelli che dovevano dare fastidio al Foggia e al Matera, però poi strada facendo fino a Gennaio eravamo primi a più 6 sulla seconda, avevamo la miglior difesa, e ci credevamo al primo posto, poi è venuto a mancare l’equilibrio da gennaio in poi e abbiamo perso la prima posizione. I playoff li abbiamo giocati con grande entusiasmo e si è visto, giocate belle e compattezza del gruppo.
Allenatore? Sarei felice di ritrovare Rizzo ma questo spetta alla società cosa sceglier per il bene del Lecce.
L’entusiasmo non è mai venuto a mancare; però se a Francavilla prendi la traversa e poi perdi la partita ti inizi a guardare intorno. Lì è subentrata un po’ di sfiducia nei nostri mezzi. Però ci siamo sempre allenanti a 200 l’ora, i miei compagni non si sono mai risparmiati. Ora bisogna ripartire più forti di prima, così come ha dimostrato il Foggia, che ha mantenuto la stessa ossatura e poi ha vinto il campionato. Quest’anno dobbiamo partire favoriti, basta playoff, se dovremo farli li faremo ma dobbiamo partire non con un passo indietro ma con due o tre passi in avanti. Gli avversari maggiori potrebbe essere Catania, Juve Stabia e Trapani. Ma siamo consapevoli che dobbiamo vincere, a prescindere da chi arriverà, direttore e società sapranno dove andare ad inserire altri tasselli».
Cala il sipario… cena tutti insieme al Tiziano e poi tutti in vacanza. Tra venticinque giorni circa la stagione 2016-17 sarà racchiusa nel faldone dei ricordi, perché si ricomincerà a sperare. Si ricomincerà a sognare.