LECCE (di M.Cassone) – Il Lecce vince a Siracusa superando tante difficoltà legate ad un primo tempo abulico. Mister Padalino decide di attuare un largo turn over e fa respirare Vitofrancesco, Pacilli e Caturano e lancia dal primo minuto Doumbia e Persano, schierando Drudi a destra sulla linea difensiva completata dal rientrante Giosa, da Cosenza e da Ciancio a sinistra.
Nel secondo tempo il mister di Foggia riequilibra tutto e trova la vittoria grazie ad un atteggiamento che comunque è da grande squadra. Perché in Lega Pro è una grande squadra quella capace di fronteggiare ogni difficoltà: il Lecce al “De Simone” c’è riuscito. Negli anni scorsi i punti mancanti a fine anno erano stati lasciati proprio su dei campi difficili come quello siciliano.
Terza vittoria in trasferta consecutiva: 6 giornate, 5 vittorie, 1 pareggio e 16 punti e pazienza se il Foggia non si vuol fermare e vince anche contro il Taranto ottenendo la sesta vittoria su sei, si viaggia su ritmi altissimi e prima o poi bisognerà frenare.
Nonostante la meritata vittoria però ci sono delle riflessioni che bisogna fare: perché schierare Drudi a destra e non riportare Ciancio nel suo ruolo naturale? Perché non approfittare e dare una possibilità a Contessa? E Fiordilino non avrebbe potuto avere la sua chance dal primo minuto in una giornata dedicata ai tanti cambi?
Provando ad entrare nella testa del tecnico giallorosso possiamo ipotizzare che abbia fatto delle scelte dettate dal pesante terreno di gioco, pensando di sfiancare gli avversari nella prima frazione con gente più fresca per poi metterli KO con i titolari nel secondo tempo. E ci sta… va bene tutto quando si vince. Non dobbiamo però mettere la polvere sotto ai tappeti e dobbiamo dire che questa squadra può soltanto migliorare ma al momento è ancora un cantiere aperto e deve trovare il giusto assetto.
In tutto ciò un applauso particolare va fatto alla difesa che non subisce gol da tre giornate e si rivela vera roccaforte di questa squadra che crea segna e conserva, grazie anche all’esplosione del talento dell’ottimo Marco Bleve che si fa trovare sempre presente mettendo i suoi guantoni ben in vista in ogni gara.
Ci pensa Mancosu al 67° che, su un tentativo di Pacilli, sfrutta l’errore di Pirrello e castiga Santurro, aprendo così praterie nel centrocampo siciliano, con i padroni di casa che provano a riversarsi nella metà campo avversaria. La pratica la chiude Pacilli in acrobazia al minuto 84 quando il tiro di Torromino si stampa sulla traversa e si fionda sulla sfera mettendo in cassaforte tre punti d’oro.
Il Lecce si svela camaleontico: non è soltanto la squadra bella ammirata nelle prime giornate ma sa diventare pragmatica e cinica, il suo gioco non si sviluppa soltanto attraverso un giro palla spettacolare ma, quando serve, anche con “lanci lunghi e pedalare”.
Le vittorie servono a trovare fiducia, a rinsaldare il gruppo, a lavorare in tranquillità.
Guai però a montarsi la testa… piedi per terra, sempre.