LECCE (di M.Cassone) – Il destino rende immortali gli eroi. Ci sono volti e storie che non invecchiano mai, ci sono ricordi che s’insinuano tra le pieghe dell’anima e come un tatuaggio non vanno più via. Ci sono eventi che cambiano il corso della storia e quando l’amore viene strappato da questi accadimenti tutto diventa triste. E solo il tempo può lenire ma non curare le ferite che diventano ricordi e rimangono vivi per sempre.Sono passati 33 anni da quel giorno maledetto che si portò via Ciro Pezzella e Michele Lorusso: era il 2 dicembre del 1983. I due calciatori erano diretti a Bari, dove avrebbero preso il treno per Varese, il giorno dopo sarebbero scesi in campo per onorare come sempre la loro maglia giallorossa. Nei pressi di Mola, sulla Lecce-Bari, rimasero vittime dello schianto fatale.
Cadde il silenzio dell’incredulità intorno alle lacrime del vociare di un calcio di altri tempi. Era il calcio delle “radioline”, dei valori veri, e non delle pay-tv e dei soldoni (che molte volte insozzano la maglia). Era il calcio che tutti abbiamo amato, il calcio vero, quello delle bandiere. E Ciro e Michele, bandiere già in vita, non sono state ammainate dal tempo che è passato ma sono lì, per sempre, a sventolare sul cielo di Lecce e dei tifosi giallorossi che mai le ripiegheranno ma le cureranno come fossero i fiori più belli.