LECCE (di Carmen Tommasi) – Un finale di stagione amaro e tanta voglia di ripartire dalle macerie di un campionato, playoff inclusi, andato ancora una volta a rotoli. Niente serie B per capitan Romeo Papini e soci e solo tanti rimpianti nel vedere le altre formazioni avversarie, vedi Pisa e Foggia, lottare per un posto in paradiso.
Per la rubrica “Le 4 d” -le quattro domande che ogni settimana poniamo al tifoso di turno per sondare lo stato d’animo della piazza attorno alla squadra allenata dall’allenatore di Grosseto- questa volta abbiamo intervistato, Dario Santese di Botrugno, 38 anni, tifoso e amante dei salentini, che ha parlato con estrema franchezza del futuro della formazione salentina e dell’annata sportiva appena conclusa.
Pisa e Foggia in finale playoff: si sono qualificate le squadre più forti?
“A mio avviso si sono qualificate le formazioni più forti. Nello specifico credo che il Foggia abbia avuto il merito di arrivare ai playoff in condizioni psico fisiche ottimali rispetto agli avversari incontrati. Il Pisa di Gattuso, dopo la finale di andata, ha dimostrato di essere forte creando una gabbia ai furetti del Foggia, non si è visto in effetti il tikitaka che ancora causa le vertigini ad Alcibiade e Cosenza”.
Dia un voto, playoff compresi, alla stagione del Lecce di mister Piero Braglia.
“Sette. Grande merito per la rimonta e purtroppo troppo caro il dazio pagato dalla spremuta delle risorse umane, tra l’altro sempre le stesse. D’altra parte, purtroppo, siamo stati tratti in inganno dai famosi risultati utili consecutivi, perché eravamo comunque coscienti del fatto che finché sarebbero arrivati i risultati Braglia avrebbe comunque avuto ragione. Cosi purtroppo non è stato…”.
Cosa pensa dell’addio al Lecce del diesse Stefano Trinchera?
“Aspetto di sentire cosa dicono in conferenza stampa prima di dare un giudizio circa l’abbandono di Trinchera. Credo ci siano validi movimenti societari, fermo restando che Trinchera ha tutte le carte in regola per avere un grande futuro, qui da noi era poi preso dall’attaccamento ai colori della nostra terra. Dormo comunque tranquillo perché credo che la società si stia muovendo in una direzione precisa. Credo e spero abbiano le idee chiare. In bocca al lupo, quindi, a Trinchera e benvenuto a Meluso. Piuttosto mi auguro vivamente che ci sia l’impegno necessario per creare un bel vivaio come ai vecchi tempi, quanto mai necessario a creare nuova linfa per il futuro, abbiamo visto che nessuna realtà calcistica può essere longeva se prescinde da un vivaio. Ormai è da quando andò via Corvino che il Lecce lavora per i vivai delle altre squadre, valorizzando giovani che puntualmente a fine anno deve restituire. Questo lo denunciò all’epoca mister De Canio”.
Tre basi su cui bisognerà ripartire in casa giallorossa per la prossima stagione.
“Ripartire dal presupposto di non fare proclami essendo quindi molto realisti per non far fare sogni ai tifosi salvo deluderli, poi un’ottimale strategia di valorizzazione e crescita del settore giovanile perché senza di quello non avremo futuro. In più, serve la scelta di un uomo capace di tenere lo spogliatoio sempre sereno cercando di tirare fuori il massimo da ogni calciatore tipo come faceva all’epoca Papadopulo, che pur non essendo uno stratega degli schemi, aveva la capacità di tenere uniti i ragazzi”.