LECCE (di Carmen Tommasi) – La corsa del Lecce del tecnico Piero Braglia verso il sogno serie B termina con la sconfitta nella semifinale di ritorno playoff, 2-1, nel gremito stadio “Pino Zaccheria” di Foggia. Decisiva per capitan Romeo Papini è soci è stata la gara d’andata al “Via del Mare” persa “colpevolmente” e malamente 3-1. Per la rubrica “Le 4 d” -le quattro domande che ogni settimana poniamo al tifoso di turno per sondare lo stato d’animo della piazza attorno alla squadra allenata dall’allenatore di Grosseto- questa volta abbiamo intervistato, Angelo Cappelli di Lecce (vive, però, a Verona), tifoso e amante dei salentini, che ha parlato con estrema franchezza del derby disputato domenica e anche del futuro della formazione salentina.
Dia un voto alla stagione dei giallorossi, playoff compresi, e a quella della società di Piazza Mazzini?
“Sulla carta eravamo decisamente i più forti, però, come abbiamo visto in questi anni di Lega Pro, squadra forte non significa promozione sicura. Il Foggia comunque per quello che ha dimostrato nella partita di andata e ritorno, mi piange il cuore a dirlo, ha meritato. Sono stati più cinici e veloci di noi in entrambi le partite”.
Perché il Lecce, a suo parere, fallisce l’obiettivo serie B ormai da quatto campionati?
“La stagione è stata tutto sommato positiva, non dimentichiamoci che nonostante eravamo indietro di molti punti rispetto alle prime in classifica, prima del cambio allenatore, siamo arrivati comunque terzi in classifica. La società è da 10 senza ombra di dubbio, hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità, anzi oserei dire di più. Sicuramente continueranno a farlo in futuro, magari correggendo qualche piccolo errore che ci sta, se commesso in questo campionato”.
Foggia in finale, Lecce a “casa”: ha vinto la squadra più forte?
“Il primo campionato in Lega Pro avevamo una squadra da serie A e proprio per questo alla fine è risultato negativo per noi, perchè il modo di giocare è totalmente diverso e noi nella mentalità della Lega Pro non ci siamo mai entrati. I restanti campionati direi che sono stati segnati dalle false partenze, da alcune partite che erano da vincere e che puntualmente abbiamo pareggiato o perso. Queste situazioni hanno portando la squadra a rincorrere le prime posizioni per tutto il campionato ed alla fine sappiamo com’è andata a finire”.
Capitolo futuro. Come vede quello del Lecce: con mister Piero Braglia ancora in panchina?
“Braglia lo confermerei perchè nonostante tutto di calcio ne capisce e conosce la categoria. E poi, non dimentichiamoci che ha fatto tutti questi punti non partendo con il Lecce dalla prima giornata. Una tiratina di orecchie al mister, comunque, la farei: poteva far girare di più i giocatori che aveva in rosa, perchè trattasi di ottimi elementi ed allo stesso tempo avrebbe fatto riposare altri, arrivando magari in fondo al campionato con più benzina in corpo. Concludo, comunque, dicendo che per me il Lecce è sacro e che in qualunque categoria militi io sarò sempre al suo fianco, come ho fatto in tutti questi anni con sacrifici anche economici. Perchè da 35 anni vivo a Verona e fare tanti chilometri la domenica non è cosa semplice. Sempre forza Lecce”.