Braglia: “Abruzzese è convocato, Perucchini no. Gioca De Feudis”.

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Piero Braglia

LECCE (di M.Cassone) – Ecco il pensiero di Piero Braglia a ventiquattrore dalla sfida delle sfide in cui si incroceranno i destini di due squadre, di due città, di due tifoserie. Il Lecce fa visita al Benevento che viaggia solitaria in testa a sei lunghezze dalla seconda che è proprio l’avversaria di turno.

Aria di festa a Benevento? – “È legittimo che ci sia aria di festa hanno 6 punti vantaggio. Noi speriamo di fare una grande partita e di essere all’altezza della situazione e poi vedremo quello che succede. Dobbiamo giocare una grande gara anche per noi: c’è tanta gente, una squadra importante davanti, iniziamo a provare i play off nel caso in cui dovessimo giocarli”

Assenza in panchina? – “Noi sappiamo quello che dobbiamo fare… a me dispiace che dicano cose e poi ne scrivano altre, ma i calciatori sanno quello che devono fare anche senza di me in panchina. Non dobbiamo pensare alle altre gare, dobbiamo pensare solo a noi, perché poi ci sarà la gara con la Lupa Castelli che sarà più importante ancora, poiché se dovesse andare male a Benevento ci darà la possibilità di disputare i play off”.

Secondo posto? – “Lì diventa un terno al lotto… se arrivi secondo affronti l’Alessandria che per me è la favorita perché ha un organico molto forte. Giochiamo col massimo impegno e poi vedremo, l’esperienza mi ha insegnato questo, da quinto ad esempio ho battuto tutti e ho vinto i play off; dipende da noi, da come arriviamo, per questo è importante la gara di domani”.

Formazione – “Abruzzese? È convocato poi vedremo se giocherà. Perucchini? Non è convocato. De Feudis giocherà dal primo minuto”.

Ricorso Benevento – “Noi dobbiamo fare soltanto una grande partita, lo decidono il 13 maggio, penso che abbiano fatto una cosa all’italiana, si lavano le mani e poi guardano al campo, è paradossale, in questo girone è tutto paradossale. Noi dobbiamo fare bene domani, in quanto a loro, in questo momento, si sono rivelati più bravi di tutti e non ci possiamo aggrappare a nulla”.

Assenze Lopez e Cosenza – “Non conosco Lopez non so chi lo sostituisce, in casa nostra abbiamo degni sostituti e mi fido di chi scenderà in campo”.

Sterilità offensiva? “Non mi preoccupa affatto; io ho questi calciatori, mi fido di loro e sono convinto che ci daranno una grossa mano quando servirà… ogni tanto si bloccano delle cose ma fa parte del calcio. Manca cattiveria sotto porta? C’era un mio presidente (Massimino) che quando mancava qualcosa diceva la compriamo sia la cattiveria che l’amalgama; il calcio è questo, abbiamo fatto giocare tutti… certe prestazioni ti incoraggiano altre no… bisogna sempre parlare coi calciatori e dire loro le cose vere”.

Giudice Sportivo, due giornate a Braglia e due a Marruocco – “Per come ci aveva detto l’arbitro a me e Mercadante, il dirigente che mi ha accompagnato quando ho chiesto spiegazioni, mi aveva espulso perché avrei detto che cazzo fischi, tra questo e le offese che ha scritto sul referto c’è una grande differenza, purtroppo succede che poi chi viene sbattuto fuori paghi per tutti. Marruocco per quello che ha fatto (ha alzato le mani ad un dirigente del Lecce) doveva prendere 4 giornate e invece ne ha prese 2 come me. Ricorso? Non credo che il Presidente voglia fare ricorso”.

La forza del Benevento – “Sono molto bravi a pressare avanti, gli attaccanti fanno sempre buoni movimenti. Auteri ha sempre praticato questo gioco nel migliore dei modi, io ad esempio non sempre ci riesco. Ognuno però ha calciatori con le proprie caratteristiche, quella è una squadra costruita per fare quel gioco. Io ho trovato questi ragazzi e sono contentissimo di averli allenati”.

Gruppo unito – “Qui c’è un gruppo unito, checché se ne dica. Poi è normale che nell’arco di una stagione qualcuno pigli per il collo qualcun altro, è matematico che qualcuno si agguanti, però questo spogliatoio è in grazia di Dio perché ci sono persone intelligenti, un capitano che quando parla lo ascoltano, dei dirigenti presenti e pensate che io non mi sono nemmeno mai dovuto incazzare, tranne una volta. La Lazio vinse il titolo italiano, eppure Chinaglia e gli altri litigavano tutti i giorni, vero è però che se esageri poi ti mando fuori rosa. Siamo stati tutti ragazzi, tutti abbiamo fatto casino, a me ad esempio mi chiamavano Pierino la peste (sorride, n.d.r.), e mi viene da ridere quando qualcuno insinua che lo spogliatoio sia rotto: qui ci sono bravi ragazzi”.

 

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