LECCE (di Carmen Tommasi) – Una partita, quella con la Paganese, sofferta per il presidente onorario del Lecce Saverio Sticchi Damiani, vista direttamente dalla panchina giallorossa per la seconda volta nella stagione in corso, dopo la gara con Monopoli: “Devo dire la verità soffro di meno in panchina che in tribuna. Non è stata la prima volta per me, già contro il Monopoli ero in panchina sempre al posto di Braglia e con quella di oggi fanno due vittorie, sempre per uno a zero e per sei punti messi in cassaforte. Ritorno serio e dico che sono sceso perchè volevamo dimostrare, in modo concreto, che c’è un’unità di intenti, dopo una settimana -spiega l’avvocato leccese- in cui si sono dette troppe cose e spesso a sproposito. Sicuramente dopo la sconfitta interna contro il Matera c’è stato un calo fisiologico, dovuto anche alla grande pressione alla quale eravamo sottoposti, ma adesso vogliamo guardare avanti senza più pensare ai rimpianti del passato”.
OBIETTIVO PLAY OFF – Bisogna pensare positivo in vista delle ultime due gare stagionali, ma senza illudersi: “Dobbiamo guardare avanti con rinnovato ottimismo, sappiamo che ora la palla brucia, ma con la vittoria di oggi siamo in una posizione migliore, se non avessimo vinto questa partita anche i play off sarebbe stati a rischio, il tutto con la contestuale vittoria del Cosenza. Abbiamo la possibilità di disputarli e questa è una grande opportunità. Sta a noi sfruttarla al meglio, ovviamente “.
MALEDETTA “PRESSIONE” – Infine, il primo tifoso giallorosso parla dell’unione del gruppo e della societa di Piazza Mazzini: “Durante la settimana abbiamo cercato di spostare l’attenzione dalla squadra con la conferenza stampa del Presidente Tundo per parlare di programmazione e progettazione. Tutti discorsi che fanno parte del nostro futuro incondizionatamente dalla categoria in cui giocheremo l’anno prossimo. Non mettiamo pressione, però, ad un gruppo che sta lavorando benissimo e che oggi sul campo ha dimostrato la sua coesione andando ad esultare tutti insieme per il gol di De Feudis. Guardiamo a noi e basta, l’unica cosa che conta..”.