LECCE (di Carmen Tommasi) – Il cuore prima di tutto: per battere il Messina, per andare oltre le difficoltà, per evitare i temuti playoff e per superare, se possibile, il Benevento. “Dobbiamo cercare di buttare il cuore oltre l’ostacolo”: lo ha detto a caldo, nel post Lecce-Akragas (0-0) sabato scorso, il tecnico Piero Braglia nei confronti della sua squadra dopo una prestazione non all’altezza che ha portato ad un deludente 0-0, pensando anche alla sconfitta del weekend precedente con il Matera.
Eh sì, serve il cuore, oltre alla voglia di correre, di lottare, di andare contro la stanchezza (che si fa sentire dopo 30 gare già disputate e con il caldo che inizia ad appesantire le gambe dei calciatori) e di cercare di fare bene a quattro gare dalla fine di una stagione in cui tutto può ancora succedere. Perchè capitan Romeo Papini e soci devono mettere in campo lo stesso cuore che ci mettono i tifosi nel supportare la squadra e solo così si potra tornare ad essere quella squadra che ha portato a casa il secondo posto. Grazie ai 18 risultati utili di fila che, dal sesto posto hanno trascinato i giallorossi al secondo, a pari merito con il Foggia, mentre in vetta resta il Benevento che tra l’altro Lepore e compagni affronteranno nel penultimo turno di campionato.
Gli ultras salentini sono delusi e amareggiati dopo il doppio passo falso casalingo degli uomini allenati dal mister toscano che ha compromesso il già difficile percorso primo posto. Molto probabilmente, infatti, domani non ci saranno più di 70-80 tifosi leccesi al “San Filippo” di Messina. Un netto passo indietro, dunque, rispetto ai 170 presenti a Cosenza, per la vittoriosa trasferta calabrese. Ciò che conta, però, sono solo i tre punti obbligatori se si vuole continuare a lottare, mettendo, come detto, il cuore oltre l’ostacolo. Fischio d’inizio ore 15:00, arbitra Giosuè Mauro D’Apice della sezione di Arezzo (coadiuvato dagli assistenti Galetto e Affatato).