Lecce, mercato chiuso. Il resoconto di Sticchi Damiani, Corvino e Trinchera

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LECCE – Solita conferenza stampa in casa Lecce, dopo la chiusura del calciomercato invernale. A parlare sono stati il presidente Saverio Sitcchi Damiani, il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino e il direttore sportivo, Stefano Trinchera.

Saverio Sticchi Damiani, presidente US Lecce

IL PRESIDENTE STICCHI DAMIANI: “C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. La cessione record avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Non sarebbe partito a gennaio. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. I debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver acquistato Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non è scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi. Sul mercato le abbiamo provate tutte. Abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Non dimentichiamo che ci troviamo in una serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza”.

Pantaleo Corvino, direttore area tecnica US Lecce
Pantaleo Corvino, direttore area tecnica US Lecce

IL DIRETTORE CORVINO – “Siamo partiti con l’obiettivo di azzerare la posizione debitoria del club, poi va resa la società sostenibile. Meriti al club, poi c’era da mettere in atto quello che si auspicava. Devo essere sincero, non è stato facile. Rinunciai a due anni e mezzo di contratto per tornare nella mia città, sollecitato da Saverio. C’era da tornare in Serie A e rendere sostenibile un’azienda. Accettare questa sfida valeva per me tanto, anche se sapevo sarebbe stato difficilissimo. Abbiamo azzerato i debiti, siamo saliti in A e ci siamo salvati. Il presidente ha detto che abbiamo incassato 40 e speso 42, e così detto sembra che il club ci abbia dato 42 milioni da spendere, così. Diciamo che è tutta benzina che ci siamo creati da solo, partendo con quel pochissimo delle cessioni di Falco e Petriccione e crescendo sempre, da Coda preso a zero e venduto a 1.5 milioni e così via. Abbiamo investito ciò che abbiamo creato. A Lecce le plusvalenze stanno diventando un problema. Ci eravamo impegnati per prendere tre ruoli. Uno lo abbiamo acquistato subito, poi sono arrivati gli atri due, con Veiga e Tiago. A poche ore dal mercato abbiamo quindi finalizzato una trattativa storica, tra le più alte in assoluto. Abbiamo ottemperato a prendere i due ruoli di Dorgu, quello di esterno offensivo e quello di esterno difensivo, per non venire meno a quanto c’eravamo impegnati. Helgason? Un calciatore che era fuori lista. Poi, lo ha visto il nuovo allenatore e oggi sta giocando. Piccoli? Rispondo a questa domanda, in fase di preparazione. Sia lui che Almqvist non erano nelle indicazioni delle linee guida che ogni allenatore dà (risposta questa confermata dal diesse Stefano Trinchera, ndr). Mi sento Re Mida per i risultati che faccio con il mio club, non per le plusvalenze. Vorrei essere ricordato per quello che in Italia è arrivato dalla prima categoria alla Champions. Per Morente abbiamo rifiutato 4 milioni di euro. Bonifazi? Una scelta di necessità, facendo un sacrificio in un reparto in cui avevamo qualcosa in più. Poi, abbiamo avuto altre offerte che abbiamo rifiutato. Un voto a me stesso? Dico solo che per me, Tiago Gabriel e Danilo Veiga sono giocatori importanti, come  lo è Jean. Se poi uno si aspetta tutto subito fa altre valutazioni. Krstovic? Il prezzo lo farà il mercato quando sarà. State tranquilli. Quando abbiamo detto che la rosa del Lecce valeva 100 milioni, siamo stati massacrati”.

Stefano Trinchera, direttore sportivo US Lecce

PAROLA AL DIESSE TRINCHERA – “Mister Giampaolo? Si è calato in una realtà che non conosceva e con un gruppo di giocatori sconosciuti. Ma, dal primo giorno ci ha trasmesso la giusta mentalità e la voglia di conoscere bene ogni ragazzo per poter proporre i migliori principi di gioco. Ha preso atto della situazione e ci ha messo molto del suo. Ho un pensiero positivo su di lui, c’è grande lavoro dietro”.

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