LECCE (di M.Cassone) – Ha parlato il Presidente del Lecce questa mattina, l’ha fatto per mettere un porre fine alle “dicerie” da Bar dello sport e per esortare tutti a restare uniti, chiarendo dei concetti importantissimi: “vogliamo la B ma se non arriverà ripartiremo ancora più forti; stiamo programmando il futuro. La nostra solidità economica è enorme”.
L’Ing. Enrico Tundo prima di concedersi alle domande, però, ha fatto il punto della situazione:
“Non è mio solito organizzare delle conferenze, avrei dovuto farne una a fine stagione per tirare le somme; però, purtroppo in queste ultime due settimane, gli umori e qualche parola di troppo mi hanno convinto ad incontrarvi oggi, così come farò poi anche a fine stagione. Non vorrei parlare a ritroso ma voglio fare un punto della situazione. Come ben sapete abbiamo preso il Lecce a luglio e dobbiamo dire grazie all’artefice di tutto: Saverio Sticchi Damiani che con molta maestria ha saputo mettere tutti insieme. Errori ne abbiamo commessi, io per primo e mi assumo la responsabilità, però il mondo del calcio era un mondo diverso rispetto alle aziende che gestisco, però mi sono messo di impegno insieme agli altri e dopo la prima parte deludente, con i risultati che non arrivavano, dopo il 4-0 subito dal Foggia, cambiammo Asta con Braglia. Io definisco Braglia l’uomo della svolta; è riuscito ad ottenere risultati importanti, 18 consecutivi, portandoci a ridosso della vetta e tutti abbiamo iniziato a crederci nella promozione, io sono stato il primo ad avere questa convinzione. Comunque, noi abbiamo preso il club quest’anno, e volevamo programmare per raggiungere i risultati, ora ci troviamo in corsa per fare il salto, io sarei contentissimo, sarebbe motivo d’orgoglio personale. Le ultime due partite hanno lasciato l’amaro in bocca a me per primo… attendevamo queste due gare in casa per arrivare al primo posto, l’errore è stato questo: guardare le altre squadre, questo ha creato tensione in tutto l’ambiente compresi i calciatori. Analizzando a freddo queste due gare, non posso criticare nessuno, dopo 18 risultati utili non si possono criticare; io di calcio non capisco molto ma da quello che ho visto i ragazzi hanno profuso il massimo impegno sia con l’Akragas che col Matera. Forse potevamo fare di più nel primo tempo col Matera. In questi giorni ho incontrato il capitano, i calciatori e il mister per capire se sto sbagliando qualcosa o quale possa essere il problema e vi posso assicurare che siamo tutti convinti di lottare fino alla morte per portare a casa il risultato e per cercare di afferrare il salto finale. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Però, e parlo del passato, abbiamo ereditato una situazione non facile sia a livello societario, parlo di numeri, che a livello calcistico, parlo di parco giocatori con stipendi di ben altra categoria. C’è stata una parte bella che è il Lecce e una brutta. In quest’anno abbiamo cercato di capire come risolvere delle situazioni. Se non dovessimo andare in B, ripartiremo per fare il grande salto, con una forza maggiore, facendo interventi mirati sulla rosa per creare una squadra capace di fare risultati dalla prima giornata e con una società più forte. Di solito si guarda sempre il campo ma c’è una società dietro che lavora per la domenica. Prima la società non era strutturata bene e noi attraverso business plan stiamo cercando di arrivare ai risultati. il Lecce non appartiene a noi ma alla gente… il Lecce è di tutti… prima lo pensavo ma ora ne sono convintissimo. Anche se credo che con un po’ di cattiveria riusciremo a fare il salto già quest’anno. E non finirò mai ringraziare il meraviglioso pubblico. In questi giorni ho sentito che qualcuno ha detto che io vorrei mollare. Ma quando mai? Io non mollo anzi… ora sono ancora più vicino alla squadra, perché quando le cose vanno male c’è bisogno che qualcuno mantenga l’equilibrio… in queste partite la frenesia ha bloccato i calciatori… cerchiamo tutti di infondere calma… tutti eravamo già in B e questo non va bene, tutti la vogliamo ma dobbiamo attenderla. Passo dopo passo, gara dopo gara, questo ci farà salire in vetta; ora serve serenità non pressione. Ora c’è il Messina, dobbiamo pensare solo a quello, non alla B o al risultato degli avversari. Ci metteremo l’anima”.
Poi il via alle domande.
Aspetto positivo il Lecce e quello negativo?
“Quello negativo? Abbiamo ereditato contratti esosi di calciatori che non si vedono più in campo, e voi sapete chi sono. Abbiamo ereditato una società nuda, che oltre i debiti non aveva nulla. È impensabile che una società in 100 anni non abbia immobile da adibire ad ufficio oppure un centro sportivo e una scuola calcio, parliamo del Lecce e non di una squadra da terza categoria. Queste sono cose negative perché una società così deve essere strutturata per raggiungere risultati. Arrivare in B e poi tornare indietro non serve, rimanerci e puntare alla serie A perché se arriviamo in A dobbiamo rimanere. Il mordi e fuggi non serve. Dobbiamo eliminare costi superflui, affitti e spese inutili, spendiamo delle cifre sbalorditive, dobbiamo usare quelle cifre per ridare equilibrio. Questo è il nostro spirito. Comunque come ha detto Saverio on trasmissione (Piazza Giallorossa) (vedi il video), entrerà un nuovo socio (imprenditore del nord) che prenderà il 20/30, a me resterà il 51, Liguori ha un 10 e Alessandro Adamo il 9; per giugno chiuderemo anche l’operazione per un centro sportivo”.
Dove sarà il centro sportivo?
“In provincia, mentre a Lecce avremo una scuola calcio”.
Presidente lei ha detto che avete trovato una catasta di debiti, è tutt’ora così?
“No, ora il Lecce è pulito, abbiamo sborsato parecchi soldi. C’erano debiti e futuri debiti per errori fiscali, qualche contenzioso in corso che stiamo cercando di chiudere”.
Il centro potrebbe essere la Cittadella?
“ Stiamo lavorando su più fronti, potrebbe essere ma non è detto. Calimera? No”.
Presidente, in questa sua nuova avventura avrebbe messo la firma per stare a questo punto della stagione in questa posizione di classifica?
“Io sono imprenditore; un imprenditore non pensa sempre al meglio. Non avrei messo nessuna firma perché voglio giocarmela fino alla fine. Sono contento di quello che stiamo facendo ma non firmerei mai per un secondo oppure terzo posto?”.
Dopo le dichiarazioni di Braglia, secondo lei, lo spogliatoio e l’allenatore ci credono al primo posto oppure pensano già ai play off?
“Io ho parlato con loro e ci credono al primo posto, anche se non dipende solo da noi… ma tutto può succedere, questo è il calcio, tutto può succedere. Il mister ha parlato a caldo, era amareggiato, a clado purtroppo non arrivano mai suggerimenti giusti. A freddo però, ragionando, ci crediamo tutti”.
Tornando un passo indietro ha detto che il Lecce non ha niente; si riferisce agli anni floridi oppure punta il dito all’ultima gestione?
“No no… non punto il dito su nessuno; con Tesoro siamo arrivati play off e Semeraro ci ha fatto vivere la serie A. Secondo il mio punto di vista però una società prima bisogna strutturarla e poi pensare ai risultati. Noi abbiamo fatto un gruppo di lavoro in cui ognuno di noi ha il suo da fare, ognuno pensa al suo dovere ed io come presidente seguo la società, i conti… il campo lo seguono gli altri. Semeraro e Tesoro forse gestivano il campo. Non condanno nessuno, loro hanno le loro strategie ed io le mie”.
Anche voi pensate che qualcuno sia stanco? Calciatori come De Feudis, Caturano, Curiale è giusto che abbiano un po’ di continuità.
“Le scelte tecniche spettano al mister, io non entro in queste dinamiche. Ha gestito bene il gruppo dandoci tante soddisfazioni”.
Presidente lei parla di casa Lecce, possiamo dire che volete ricreare quella fucina di talenti che c’era prima?
“Sì… dai tempi di Attilio Adamo e poi Iurlano e anche dopo il settore giovanile leccese ha prodotto ottimi calciatori. Io però voglio che il calcio sia una scuola di vita, che dia delle regole che possono servire a chi non diventerà calciatore a diventare un ottimo professionista nella vita. Per questo sento l’esigenza di una scuola calcio”.
Possiamo dire che finalmente state parlando di programmazione?
“Noi siamo partiti con questo spirito, quello che stiamo facendo è propri una programmazione… quando parlavo di business plan parlavo proprio di questo. Dobbiamo creare i ricavi giusti da poter poi spendere in campo”.
Bilancio positivo quindi?
“Sì, il bilancio di quello che abbiamo fatto è positivo”.
Come vede le decisioni arbitrali degli ultimi giorni?
“Non entro nel merito. Gli arbitri hanno il fischietto e gestiscono la gara. Ogni errore va contestualizzato; però lui è il giudice e va bene così”.
Lei era già nel Lecce, quindi c’è un filo conduttore.
“Ero nel CdA perché con Saverio pensavamo già di prendere il Lecce; dovevamo salvare un patrimonio che rischiava di scomparire. Saverio aveva già in testa questa cosa, poi lui è il più grande tifoso e ripete sempre che abbiamo una cosa bella a Lecce, ed è la squadra e non dobbiamo perderla. Non pensavo di dover diventare il Presidente, ora però sono fiero e orgoglioso di esserlo”.
A microfoni spenti poi il Presidente ribadisce che la solidità economica della società è enorme.