LECCE (di Carmen Tommasi) – Cinque partite, o meglio battaglie, per un solo obiettivo: la serie B. Quella diretta, senza passare per la maledetta e difficile lotteria dei playoff. La cadetteria, un sogno inseguito dal Lecce nelle ultime tre stagioni e sempre fallito in malo modo. E adesso al quarto anno di fila, quello stesso ostacolo per arrivare in “paradiso” capitan Romeo Papini e soci se lo giocano con il Benevento (al momento la “lotta” sembra essere a due) a più quattro lunghezze dai giallorossi, con la formazione di Gaetano Auteri che sembra non sbagliare un colpo verso il salto di categoria.
Ci sono ancora ben 15 punti a disposizione e la squadra di Piero Braglia a partire dalla gara casalinga di sabato contro la matricola Akragas, con fischio d’inizio alle ore 15.00, deve andare alla disperata ricerca dei tre punti, perché dopo aver steccato del tutto la partita col Matera di domenica scorsa al Via del Mare (2-1 per gli ospiti), un altro(mezzo) passo falso potrebbe compromettere del tutto il discorso promozione diretta (già molto complicato visto il quasi perfetto andamento dei campani). Anche se il tecnico giallorosso, giustamente, non ha ancora abbandonato minimamente l’idea del salto immediato di categoria. “Abbiamo perso una partita e non penso che gli altri le vincano tutte. Sono convinto che non è finito niente e ribadisco questo concetto fino alla nausea. Quando si perde la colpa è sempre dell’allenatore. Questo campionato può riservare tutte le sorprese possibili e immaginabili”: queste le parole del 61enne allenatore di Grosseto, subito dopo il match perso contro i lucani di mister Pasquale Padalino, che ha fermato la sua squadra dopo una rincorsa incredibile, frutto di 18 risultati utili di fila.
Ha ragione , infatti, l’esperto e determinato mister dei giallorossi: tutto può ancora succedere ed è questo il bello del calcio e del girone C di Lega Pro. Un campionato duro, equilibrato, pesante e combattuto in cui niente (o quasi) potrà essere deciso fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata e di questo ne siamo certi. “Bisogna lottare fino alla fine”: ecco, invece, il pensiero dei tifosi salentini e come dare torto al cuore pulsante di una squadra, ovvero al dodicesimo uomo, quello più importante e sicuramente il più fedele.