LECCE – Il tecnico Luca Gotti ha presentato così la gara di domani del Via del Mare con l’Atalanta delle 18:00, queste le sue parole: “Se guadiamo la rosa dell’Atalanta è difficile capire quali sono gli 11 titolari. Hanno almeno 18 giocatori che si alternano tranquillamente. La prossima settimana affronteranno la partita più importante della loro storia ed è giusto che il focus stia lì, ma ha una rosa profonda. La mia idea del Lecce visto da fuori è quello che mi porta qui. Dorgu è un ragazzo molto giovane, dà una disponibilità totale nel giocare a calcio. Ha qualità plastiche, grande capacità di adattamento, ha il piacere di giocare dentro al campo e trovare la posizione alle spalle degli avversari. Ha grosse qualità fisiche e tecniche. Cominciano a chiamarmi persone importanti del mondo calcistico per sapere cosa penso e cosa vedo in lui. Qualche anno fa c’era Mazzarri allenatore del Napoli, per gennaio il Napoli cercava un quinto di sinistra per il 3-5-2. Io avevo visto un giocatore nelle nazionali giovanili, giocava da terzino, mi piaceva molto e sembrava un quinto perfetto. Il direttore del Napoli di allora era Bigon, un mio caro amico. Discutevamo in macchina e gli dissi che al Tottenham c’era un giovane che secondo me era un ottimo quinto, era Gareth Bale. Lui lo vede, gli piace e va a parlare col Tottenham. Poi 20 giorni dopo fa tripletta a San Siro con l’Inter e non si fa più nulla. Dopodiché Bale diventa un attaccante. Poteva fare il terzino e l’esterno, ma poi ha trovato i gol come attaccante. Nel corso di una carriera possono esserci percorsi così. Ci ho messo qualche giorno a sbollire il dispiacere della partita con l’Udinese che non mi è andata giù per tanti motivi. Ci siamo allenati ogni giorno e abbiamo spostato il focus sull’Atalanta. Non ho visto una squadra con la testa in vacanza, ho visto una squadra che sa che ci sono due partite da giocare nel miglior modo possibile. Berisha e Pierotti, ma dobbiamo considerare la particolarità del nostro avversario, che ci impone di ragionare nelle due fasi in maniera diversa del solito dal punto di vista dell’atteggiamento. Gallo in nazionale? Non lo posso dire, non ho ben chiaro il panorama che ha a disposizione Spalletti. Gasperini ha il merito di aver portato ricchezza nel campionato di Serie A. Lui era Gasperini già 15 anni fa, aveva già questo tipo di imprinting tattico. Un aspetto importante di questo imprinting è l’intensità di gioco. Impone al suo avversario una partita quasi uomo a uomo. Quando Gasperini guidava le piccole squadre, le grandi riuscivano a imporsi complessivamente, non avevano il grande pensiero rispetto a questo atteggiamento. Non sono più solo due partite su 38 nelle quali devi cambiare la preparazione della partita. Sono diverse le partite che ora si affrontano con un canone diverso, questo porta ricchezza in Serie A“.