Gotti: “Squadra viva”

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LECCE – Luca Gotti, neo allenatore del Lecce, presenta la delicata sfida di domani dell’Arechi con la Salernitana, scontro diretto per la salvezza: Vorrei fosse una squadra di calcio vera di serie A. Come il Lecce ha dimostrato per gran parte del suo percorso. I miei interventi sono stati diretti a ricercare quelle cose che ha dimostrare di avere e che invece per una serie di motivi non è riuscita più ad esprimere. Ma se le ha fatte vedere vuol dire che le ha. Oudin? Non è facile in così poco tempo dare una risposta sensata. Ho studiato tanto la sua storia in Francia, era un esterno quotato davvero ed ho seguito il suo percorso ad accentrarsi. Ho bisogno tempo per sapere quale sarà la sua migliore collocazione. Come lavorare? Ci sono aspetti che sono quelli mentali, motivazionali, emotivi. Poi, ci sono aspetti di campo e lì ho cercato di non fare un’insalata, ma magari mettendo un paio di idee sulla pressione e sulla costruzione, e sulle misure della squadra nei vari momenti della partita”.

MOTIVATI “Confermo che in questi allenamenti ho trovato una squadra scossa, colpita. Quando c’è un cambio di allenatore capita che gli gruppo si riaccenda. Questa è già una squadra accesa di suo. La squadra è tanto viva tanto che ti viene il dubbio di aver fatto quasi troppo. Lo si vede sotto vari punti di vista”.

SU SANSONE E PIEROTTI – Ho parlato con parecchi dei ragazzi e lui è l’ultimo con cui devo parlare. Sono in una squadra in cui ho allenato solo un calciatore, Sansone, avuto in Nazionale Under 17 ed a Parma. Pierotti? Ha giocato alto a destra, alto a sinistra, così come la punta e la mezzala. Bisogna vedere quale possa essere la posizione migliore. Non ho sufficienti elementi”.

LA SALERNITANA – “Sono partite che hanno una certa importanza. Mi auguro di vedere lo stesso Lecce che si è visto in passato. E’ tra le cose che abbiamo visto meno le caratteristiche della Salernitana, tra le tante cose da vedere questa è quella che abbiamo dovuto tenere un po’ in là”.

LA FRASE – Starei lontano dagli slogan, ma nel mio secondo giorno di lavoro all’Acaya dove ho trascorso 12 ore di fila ho letto una frase attribuita a Pelè che non conoscevo e mi ha particolarmente colpito. ‘Uno sportivo non si giudica dal numero di vittorie, ma da come gioca dopo aver perso”.

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