LECCE (di M.Cassone) – Si cade… quando si corre così, si può cadere, l’importante è rialzarsi convinti di poter correre ancora. Dopo 18 risultati utili, il Lecce inciampa e perde in casa contro una squadra ottima aiutata dalla fortuna; la gara col Matera nasce nel mirino della sfortuna. Le assenze di Abruzzese e Cosenza pesano come macigni nell’economia di un gioco che ha fatto della solidità difensiva una delle armi più affilate per battere gli avversari… e non finisce certo qui la sfortuna. Braglia riesce a recuperare Freddi, fermo da tanto, ma nel riscaldamento prima dell’inizio sente un dolore e lascia il posto a Liviero. Tutto è improvvisato davanti a Perucchini che si ritrova “scoperto” dalle torri mancanti, e nervoso perché capisce che non sarà una domenica semplice. Non ci va di buttare la croce addosso a Camisa, Alcibiade, Legittimo e Liviero, non sarebbe giusto, hanno fatto degli errori dettati dall’improvvisazione, mancavano di automatismi… succede. È vero però che il Lecce gioca meglio del Matera per lunghi tratti dell’incontro e se Bifulco non avesse deciso di provare a diventare santo, dispensando miracoli, la gara sarebbe terminata diversamente. Però con i “se” e con i “ma” non si costruiscono i castelli, quindi bisogna accettare il verdetto del campo e ripartire lavorando.
Piangersi addosso, dopo aver conquistato 49 punti in 23 partite con mister Braglia, sarebbe un suicidio. Ed è del tutto inutile iniziare ad analizzare la gara parlando di scelte sbagliate da parte del mister di Grosseto; non è il momento, mancano solo 5 partite e bisogna vincerle tutte, poi si vedrà. Purtroppo il rammarico più grande è non riuscire a vedere in campo Beduschi nemmeno in un giorno come ieri in cui i suoi centimetri al centro della difesa avrebbero potuto fare comodo specialmente dopo aver assistito a delle difficoltà oggettive… ma lui è il condottiero, lui li vede tutta la settimana ed è pagato anche per assumersi le sue responsabilità. Se non si andrà in B avrà sbagliato qualcosa anche lui.
Ora bisogna continuare a crederci, in serie B si può andare, si deve andare, e se non si entrerà dalla porta principale con la promozione diretta, ci sarà una finestra pronta ad aprirsi grazie ai playoff. È importantissimo restare tutti uniti: società, stampa e tifosi.
E poi, chi l’ha detto che il Benevento le vincerà tutte? Ed è proprio su questo interrogativo che devono stringersi forte i lacci delle scarpette da gioco dei giallorossi, è proprio quest’incognita che deve aiutarli a continuare a correre. Nessuno mai è morto per una caduta. Le persone intelligenti dagli errori imparano… imparano a vincere.