E sono 18: grazie B-R-A-G-L-I-A!

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Braglia
Piero Braglia, allenatore U.S. Lecce

LECCE (di Carmen Tommasi) – La vittoria del Lecce contro l’ostico Cosenza (4-3), quinto in classifica, ha fatto vivere una Pasqua ancora più dolce e serena a capitan Romeo Papini e compagni ed a tutto l’ambiente del tifo salentino, con i giallorossi secondi in classifica (a meno uno dal Benevento capolista). Diciotto risultati utili di fila per i giallorossi, mai battuti nel girone di ritorno, e gran parte del merito della rimonta in classifica del Lecce va sicuramente al tecnico giallorosso Piero B-r-a-g-l-i-a, di cui ci siamo divertiti a “giocare” con il suo cognome, con quello che in termini tecnici si chiama acrostico.

B come “B”. La tanto desiderata, sospirata ed agognata serie cadetta sfuggita al Lecce, sotto la guida della famiglia Tesoro, nelle due finalissime play-off di fila perse in extremis e in malo modo, e senza dimenticare la disastrosa scorsa stagione con il gruppo allenato da mister Alberto Bollini, subentrato a Dino Pagliari, che non è riuscito ad andare oltre il sesto posto finale.

R come REMUNTADA.  L’allenatore toscano, 61 anni, ex Pisa, Catanzaro e Juve Stabia, partita dopo partita e ostacolo dopo ostacolo, ha preso per mano i giallorossi, dopo la sesta giornata d’andata quando erano finiti al dodicesimo posto, per trascinarli al secondo posto  con 55 punti (a meno uno dal Benevento). L’inizio di stagione di Franco Lepore è soci è stato duro, difficile e non in accordo con quanto desiderato in estate dalla nuova società di Piazza Mazzini: con Antonino Asta in panchina erano arrivati appena sei punti in altrettante partite, la media di uno a gara, frutto di una sola vittoria, tre pareggi e due sconfitte (nei derby contro la Fidelis Andria al “Via del Mare” e in casa del Foggia con umiliante 4-0). Ecco, così, che è arrivata l’inevitabile decisione del club salentino di dare la svolta, o meglio l’atteso scossone, ed esonerare il giovane e preparato ex Bassano.

A come ARROGANTI. Nel “senso” positivo del termine, ovvero un Lecce propositivo, volenteroso e che fa il suo gioco, o tenta di farlo, senza nessuna remora e questo anche lontano dal Salento (in trasferta). Una squadra concreta e con la tanto predicata mentalità da Lega Pro, ma consapevole delle proprie forze.

G come GIOCATORI .I membri della rosa, i calciatori giallorossi, coloro che dovranno trascinare la squadra (con impegno, nervi saldi e coraggio) nelle ultime sei partite stagionali alla conquista (si spera) della tanto desiderata promozione (per la “porta” diretta, ma anche via playoff).

Curva nord col Foggia
La Curva Nord del “Via del Mare” nel derby con il Foggia

L come LUPI. Ovvero davanti al calore del pubblico amico del “Via del Mare”, nell’amata “Tana dei Lupi” i giallorossi hanno portato a casa i più importanti risultati stagionali e soprattutto, dopo annate di “freddezza” nei confronti della squadra, la nuova società è riuscita a riportare nel Salento l’entusiasmo per un gruppo che scende in campo con la voglia di vincere e di sudare la maglia.

I come INTESA. La forza del Lecce è sicuramente il gruppo e l’intesa, appunto, tra i singoli calciatori che scendono in campo ogni partita.  Quest’anno non è stata sicuramente creata una squadra di primedonne, ma di elementi tutti importanti per il bene del gruppo. “Tutti importanti, nessuno indispensabile”: sembra essere questo il motto del buon e vulcanico Braglia.

A come AMORE. Se non c’è amore, forse, non c’è nulla, e questo adagio vale anche nel mondo del calcio. Amore per la propria squadra del cuore, per i suoi colori sociali e per il proprio lavoro. Amore per il Lecce e per tutti coloro che amano alla follia il calcio (e nello specifico il club di Piazza Mazzini).

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