LECCE (di Carmen Tommasi) – Per lui quella fascia da capitano ha un valore immenso, la stringe al cuore con orgoglio, ne parla con gli occhi sorridenti, sa che “pesa” maledettamente e spera di onorarla come meglio può. Romeo Papini parla con determinazione del suo Lecce e del ruolo diverso che ha dall’inizio del campionato rispetto alle passate stagioni: “Essere il capitano del Lecce è un motivo di grande orgoglio -spiega il centrocampista di Roma, 32 anni- perché rappresento la squadra, la città e la tifoseria. Per me è una grande responsabilità che sento addosso, è un qualcosa di positivo che mi stimola molto. Ho molti stimoli in più e so benissimo di essere un punto di riferimento anche per i più giovani. Fare il capitano, non è come essere un semplice giocatore: è un qualcosa di molto di più. Dopo la partita di domenica, ad esempio, pensavo già alla prossima e a come caricare la squadra. Devi avere sempre la parola giusta al momento giusto…”.
DA CARPI A LECCE – Con la maglia degli emiliani ha festeggiato nel giugno 2013, proprio al “Via del Mare”, la promozione in serie B: “Quel 17 gugno non pensavo di dover soffrire poco dopo con il Lecce così tanto, perchè pensavo che sarei rimasto lì (sorride, ndr). In questo campionato, stiamo capendo che tipo di gare ci aspettano e per fare questo mister Braglia ci sta aiutando molto sotto l’aspetto caratteriale. Ci sono delle partite in cui si gioca poco a calcio e sono quasi tutte delle battaglie. Il nostro allenator,e oltre ad essere molto bravo tatticamente, ci sta aiutando a calarci nella mentalità da Lega Pro, anche perché conosce molto bene la categoria e ha molta esperienza”.
A DUE VOLTI – Nelle prestazioni dei giallorossi c’è una visibile differenza di rendimento tra i primi e i secondi tempi: “A mio modo di vedere, nelle gare in cui siamo calati nelle seconde frazioni avevamo dei giocatori che si erano allenati poco in settimana, per cui era fisiologico qualche calo da parte di qualcuno. Come Moscardelli che, ad esempio, in settimana si allenava poco e poi si è sacrificato tanto e non solo lui. Domenica scorsa, invece, è stata una gara diversa, anche se per me è un discorso di testa perché anche quando sei stanco devi cercare di essere lucido e andare oltre. Un aspetto sul quale migliorare sicuramente è quello della gestione della palla, le gare che abbiamo disputato sono state troppo a fasi, con dei picchi alti e qualche pausa. Si lavora proprio su questo con il mister in questo periodo. Bisogna cerccare di alzare la forma fisica che aiuta poi ad essere più lucidi durante le gare. In più, bisogna gestire diversamente la palla nei momenti di difficoltà”.
GRADINO “XXI SETTEMBRE” – Il match di domenica prossima non sarà una passeggiata e lo sa bene l’ex Carpi: “Quella di Matera è una partita difficile e anche ieri parlando con alcuni i miei compagni ho fatto notare loro che i prezzi dei biglietti di 18\20 euro sono già un esempio del clima ostile che troveremo. Sarà una battaglia e noi dobbiamo farci trovare pronti. Sappiamo già a cosa andiamo incontro. La prima di due trasferte? No, noi pensiamo a gara dopo gara e a fare bene domenica, all’altra partita ci penseremo dopo. Anche perché ricordiamo ancora la gara di Matera dello scorso campionato”.
SMS A “STE” – La prolungata assenza per infortunio del compagno e amico Stefano Salvi sembra farsi sentire in mediana: “Con Stefano abbiamo vissuto insieme due anni e qualche mese molto intensi, perché siamo dei passionali e viviamo tutto con molto ardore. Mi riferisco sia ai momenti positivi che a quelli negativi. Con lui ho un legame particolare e spero che ritorni presto per il bene della squadra. Anche se devo dire che nelle partite in cui ho giocato in coppia con De Feudis mi sono trovato molto bene. Il 3-4-3? Per noi centrocampisti centrali, con questo modulo, cambia poco nei movimenti. Domenica scorsa contro i calabresi in mediana abbiamo sofferto, è vero, ma in campo c’erano anche gli avversari molto abili nelle ripartenze. Ora, però, pensiamo al Matera: ripeto, non sarà facile…”.