LECCE – Wladimiro Falcone, il portiere classe 1995, nel giorno della sua presentazione si dice soddisfatto di aver scelto Lecce e il Lecce: “Il direttore Corvino ha influito molto nella mia scelta perché la sua fama lo precede, poi conosco il diesse Trinchera ed è stato fondamentale per farmi prendere questa direzione. Ho voluto fortemente venire qui per fare un’esperienza nuova e giocare in una piazza importante di cui tutti mi hanno parlato molto bene. Il numero di maglia? Scelgo il 3, perché è il mio numero fortunato, il portiere con il 3 è strano dunque ho scelto un numero che gli somigliasse. Il rapporto con i difensori è fondamentale per un portiere. Poi, ognuno ha il suo carattere, io devo essere bravo al modo in cui dire le cose ad uno o all’altro. Qui sono tutti bravi ragazzi, comandare la difesa sarà facile e mi fa stare tranquillo”.
CORVINO LO PRESENTA – “Presentiamo uno che noi riteniamo importante anche se il curriculum non parla di un giocatore conclamato in Serie A. Siamo convinti che, al netto dell’esperienza, la scelta è importanza figlia delle nostre considerazioni su Falcone. Si tratta di un ‘angale’ di un metro e novantacinque cm. Abile nel parare i rigori e giocare la palla con i piedi”.
LA MASSIMA SERIE – “Mi sento pronto per il Lecce e per il tipo di campionato che dovrà fare. So che ci sarà tanto lavoro da fare, spero ovviamente sia poco perché ciò vorrà dire che gli attaccanti avranno fatto tanti gol ed io starò più tranquillo. Ovviamente, però, questa Serie A si presenta come un campionato difficile, con tante squadre forti ed io dovrò fare i mio. L’anno scorso ho avuto comunque un’alta percentuale di parate perché sono arrivati tantissimi tiri, quindi sotto questo punto di vista posso dire di arrivare preparato”.
TRINCHERA – “Il direttore Trinchera mi ha chiamato il lunedì dopo che finì il campionato di Serie A e mi ha chiesto se mi sentissi pronto per giocare con il Lecce. Io non ho avuto mezzo dubbio ed ho detto sì, dando la mia disponibilità con la sola volontà di giocare in giallorossa. Poi si sono susseguite una serie di trattative ed io l’attesa di arrivare qui l’ho vissuta un po’ con ansia. Sapevo che alla Samp sarebbe rimasto Audero, ma io volvevo giocare a tutti i costi. Ora sono contento di essere arrivato a Lecce ed ora voglio solo dare il mio contributo alla causa giallorossa”.
I PRIMI PASSI – “Ho iniziato a giocare a calcio tardi: avevo 11 anni, dopo 7 anni di nuoto e uno di basket, partendo subito da portiere. Non ho fatto scuola calcio, ma con i miei cugini mi capitava di essere spesso in porta così iniziai da portiere e la mia prima squadra fu la Lodigiani. Dopo il primo anno mia madre non sapeva se farmi continuare, poi un dirigente disse che aveva visto del talento in me”.
SI DESCRIVE – “Sui rigori spesso i compagni mi dicono che sono fortunato, che mi calciano addosso. Sicuramente ci vuole anche fortuna, ma un dirigente in passato mi disse che il portiere sui rigori non aveva nulla da perdere e da lì qualcosa è cambiato nel mio rapporto con i penalty, ne ho parati diversi sfruttando il mio talento ed il mio istinto con serenità. Le uscite? Essendo alto mi sento sicuro, i difensori mi hanno sempre detto che un portiere che esce in presa alta dà una grossa mano dunque cerco di dare sicurezza facendo il mio. Uscire in presa alta in mezzo a mille teste mi regala un godimento che nemmeno un miracolo sa darmi”.