LECCE – “Credo che sosta sia servita per più aspetti. Anche per recuperare le energie e gli infortunati. Occasione per lavorare bene, la sosta sicuramente è servita per più aspetti. Nonostante, i 4 pareggi di fila sono contento per come ha reagito la squadra. Siamo una squadra che si ribella sempre alla sconfitta. La gara di Cosenza? La sconfitta è rimasta dentro al mister che dice di provare dolore fisico, ma anche dentro di noi. A prima nei primi minuti abbiamo avuto un approccio positivo e propositivo, abbiamo portato a casa un punto contro una squadra di livello. Il passato è passato, ora siamo qui e ce la giochiamo fino alla fine”: così Arturo Calabresi, ospite della puntata 1589 di Piazza Giallorossa in diretta su TeleRama, nell’analizzare il momento del suo Lecce e con la sosta del campionato che è caduta a pennello per ricaricare le “batterie” dopo il tour de force imposto dal campionato cadetto.
FIGLIO D’ARTE – “Papà Paolo mi ha tramandato la passione per il calcio. Quello che ho fatto da piccolo come attore era solo un gioco, io volevo fare il calciatore. Il gol alla Roma in Coppa Italia? È stata un’emozione bellissima, sensazioni uniche. Serata speciale. Segnare sotto la curva sud, dove andavo con papà da bambino è stato bellissimo. Il Lecce? Ho girato tante squadre, ma il senso di appartenenza che ho trovato qui, mi ha colpito subito. Questa cosa mi piace. All’inizio ho sofferto tanto perchè giocavo poco, ma mi sono messo a disposizione e ora sto giocando. La fascia da capitano quando mancava Lucioni? Diciamo che è stata una gioia, una bella responsabilità Io nasco difensore centrale, ma ormai sono da 3 anni che mi alleno e lavoro da terzino. Io mi sento terzino. Mi è rimasta qualcosa da centrale, ma dividermi in due ruoli mi gratifica. A gennaio ho valutato di andare via. Volevo giocare di più e stavo mordendo il freno. Poi, sono rimasto, mi hanno capito e sono felice. Mi sento parte del progetto. Mettere le basi per un futuro qui a Lecce mi piacerebbe. Mi sento un punto fermo. Il mio sogno e obiettivo stagionale è quello di tutti quanti, non ci dormo la notte. Non mi definisco leader, se lo pensano lo devono dire gli altri. Il mister? È molto preparato e bravo, quasi maniacale nel preparare le gare”.