Emozione Vanoli: “Lorusso? La maglia giallorossa l’ho condivisa con lui, anche se non c’era più. Il Lecce merita la A”

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LECCE (di Carmen Tommasi) – Classe di ferro, ’67 per l’esattezza, temperamento forte e tanta passione per il “magico” mondo del pallone: ecco Rodolfo Vanoli, un uomo perbene e d’un calcio d’altri tempi, fatto di passione, impegno, professionalità e di valori veri. Sempre accesi e presenti. L’ex roccioso difensore giallorosso, 149 presenze totali e 4 gol con la maglia del Lecce, ancora amatissimo dai tifosi salentini, è rimasto molto legato al Salento e quando può tra un impegno lavorativo ed un altro, adesso di professione fa l’allenatore, ritorna nell’amata città Barocca insieme alla sua famiglia. Nel giorno dell’anniversario, il 38esimo, della scomparsa di Michele Lorusso e Ciro Pezzella ricorda, o meglio racconta, com’è stato portare sulla schiena il numero due, dell’indimenticato e amato Michele. Un’eredità importante e che ha lasciato un segno indelebile sulla sua lunga, e bella, carriera.

Ricorre oggi il 38 anniversario dalla scomparsa degli indimenticati Michele Lorusso e Ciro Pezzella: un ricordo sempre vivo per Lecce e il Lecce.

Per me, questo, è un ricordo incredibile e diciamo che anche fatto stesso è  incredibile.  Lorusso e Pezzella stavano andando a giocare una gara di campionato a Varese, proprio nella mia città di origine. Dalla loro tragedia si è aperta per me una nuova vita, stavo  giocando in C2 nella Pro Patria, loro dovevano rimpiazzare due giocatori e comprarono me Ezio Rossi dal Torino. A livello sportivo credo che sia la mia storia più grande e sapere che dovevo mettere la maglia  numero 2 di Michele Lorusso, non era facile per nessuno. Era una grande responsabilità. Ogni volta che scendevo in campo, c’era qualcosa di lui nei miei pensieri, per il primo periodo è stato così. Come carattere ci assomigliavamo molto: eravamo due persone molto generose e che davano tutto per portare la vittoria a questa bellissima maglia giallorossa. E’ un qualcosa che rimarrà sempre dentro di me nella vita. La maglia giallorossa, l’ho sempre condivisa con lui, anche se non c’era più”.

A suo parere esistono anche ora, nel calcio moderno, dei campioni del “genere”?

“No, anche perchè adesso tutto è cambiato. Ma non solo perchè non esistono campioni del genere. Diciamo che la nuova tecnologia ha cambiato tutto, anche gli spogliatoi sono cambiati ed anche fuori dal campo tutto è diverso. Non c’è più condivisione, perchè ognuno è preso dalle sue ‘cose’. La scuola è cambiata, ma non solo. Amo la tecnologia, ma non vivo di tecnologia. amo ancora scrivere una lettera e amo parlare. Preferisco avere sempre un rapporto diretto con le persone, anche ora che alleno cerco di mantenere sempre questo rapporto umano che si è perso per strada, ma ritornerà. Ne sono certo”.

Rodolfo Vanoli e Armando Maradona

Ritorniamo all’attualità: cosa sta facendo, dal punto di vista professionale, in questo momento? 

“Ho appena chiuso un contratto con la società slovena, il Koper. Ma mi piacerebbe tornare in Italia ad allenare. Farlo a casa è sempre bello. Il lavoro nostro è un po’ cosi, devi avere pazienza. Nel frattempo, mi aggiorno e vado a vedere gli allenamenti, di varie squadre, per rimanere in condizione, non solo fisica ma anche mentale (sorride, ndr)”.

Sabato al “Via del Mare” c’è Lecce-Reggina, ex squadra di Marco Baroni che lei conosce molto bene: si aspetta i tre punti?  

Mi fa molto piacere che uno di noi alleni il Lecce, con Marco ho vinto anche un campionato. Ho dei bellissimi ricordi con lui. Sono contento di aver fatto un’intervista ad inizio campionato, quando le cose non giravano bene, e in cui ho detto che era solo l’inizio. Conosco benissimo le sue competenze (di Baroni, ndr) e non mi sono sbagliato. Poi, alle spalle di Marco, c’è un grande del mondo del calcio che è Corvino. Conoscendo la società e il presidente Sticchi Damiani dico che è gente che merita la serie A. Poi, con i calabresi giochiamo in casa, e come diceva Mazzone ‘aho non ce sta trippa pe gatti’. Spero di ritornare presto nella mia Lecce, il rapporto con Lecce per me è un qualcosa di magico (si emoziona, ndr)“.

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