LECCE – Certe emozioni e sensazioni non possono essere raccontate, ma basta solo viverle e non servono tante parole per renderle ancora più importanti e speciali, indimenticabili. Indelebili, come l’inchiostro sulla pelle. Semplici come le cose vere e non “contaminate”. Bastano gli sguardi, i ricordi e i bei momenti vissuti, perchè il calcio unisce e il calcio separa, per ritrovarsi e basta poco per riabbracciarsi con ancora più forza, e grinta, di prima. Il lato umano, passionale, e più vero, di quel “magico” rettangolo verde e del patinato mondo del pallone.
Per Cristiano Lucarelli e Alessandro Conticchio, ex di turno insieme a Richard Vanigli del match Lecce-Ternana, tutto questo è realtà e vita vissuta. E, a giochi finiti, dopo quel 3-3 ricco di gol e di errori, i due non ci hanno pensato mezza volta nell’andare a salutare la loro gente, la loro Curva Nord e il caldo “Via del Mare” intero. Con gli occhi spiccatamente lucidi e con la mano al cuore, un cuore che ha ancora qualcosa, anzi più di qualcosa, di giallorosso.
EMOZIONI VERE, TRA PASSATO E PRESENTE – “Il ritorno a Lecce? Impossibile per me non emozionarmi. Ieri in albergo c’è stata una processione per me, Alessandro Conticchio e Richard Vanigli. Oggi è venuto anche Peppino Palaia e pensavamo ‘è possibile che questa gente si ricorda di tutto dopo 22 anni’. Vivevamo un altro calcio, eravamo in simbiosi, ridevamo, scherzavamo, giocavamo a carte, andavamo a cena con le famiglie. Oggi non esiste più. Solo a Lecce possono ricordarsi di noi. Qualcuno era in Curva mentre io giocavo, ma anche chi era nel passeggino ha sentito le nostre gesta. Per un passionale come me è impossibile rimanere insensibile. I pasticciotti? Impossibile venire a Lecce e non mangiarli, è ovvio (sorride di gusto, ndr)”: così il tecnico degli umbri in sala stampa nel post gara, con quell’inconfondibile accento toscano e con quella spiccata simpatica mai persa con il trascorrere degli anni.
