Lecce, così non va: se non osi, non vinci

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LECCE – “L’unico rammarico è non averla chiusa prima, ma la rete era irregolare”: lo ha dichiarato il tecnico del Lecce Eugenio Corini nel post gara dell’”Adriatico”, a proposito di quel pareggio che il Pescara ha conquistato, al 91’, con una rete di Massimiliano Busellato, al dire dei più in fuorigioco. Ma nell’analizzare quel risultato non ci si può fermare ad una analisi così approssimativa, perchè la “corazzata” Lecce affrontava la squadra di Gianluca Grassadonia, che ha già cambiato tre allenatori, e che si trova penultima in classifica e sicuramente non a caso. Il peggior attacco del campionato e la seconda peggior difesa.

Sia chiaro: tutte le partite sono difficili da affrontare, con una loro storia e con i loro ostacoli,  ma obiettivamente il Pescara è una  squadra modesta e per nulla irresistibile, con tutto il rispetto parlando, e il Lecce è stato sicuramente per gran parte della gara remissivo, con il freno a mano tirato e con il baricentro troppo basso. I cambi adoperati da Corini, sempre con il senno del poi, non sono stati in grado di dare la svolta in una giornata, la sesta di ritorno, in cui i salentini avrebbero potuto sfruttare i passi falsi, o mezzi, delle dirette concorrenti in paradiso per muovere in maniera decisa la classifica.

I giallorossi si sono fatti male da soli e questa, purtroppo, ormai non è una novità. E il fuorigioco, o meno, della rete dei biancoazzurri non è l’elemento più importante della “faccenda”: se il Lecce vuole le zone alte della classifica deve osare di più, deve chiudere le partite nel momento giusto, e deve farlo con maggiore convinzione, con più equilibrio tra le due fasi e con la forza del gruppo. Bisogna crederci e osare di più: lo deve fare il “genio” Corini, imponendo un atteggiamento tattico diverso ai suoi; anche nel momento di “controllo” della partita. E, ovviamente, devono farlo anche e sopratutto i giocatori. Tutto questo, già dalla gara con l’Entella, il fanalino di coda della serie B: per fortuna si gioca martedì e, forse, non serve più aggiungere altro. Serve solo vincere. Tenendo presente che in campo tutto può succedere e che la palla è sempre rotonda: quelle appena fatte possono rivelarsi, quindi, solo delle banali “chiacchiere”.

 

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