LECCE – Lacrime a fatica trattenute, occhi lucidi, sguardi persi del vuoto, delusione e applausi: il Lecce retrocede in serie B all’ultima chiamata e saluta amaramente la serie A. Perde malamente in casa con il Parma, mentre il Genoa strapazza il Verona e si assicura la permanenza nel campionato che conta. Una vittoria non sarebbe, comunque, bastata agli uomini di Fabio Liverani per mantenere la desiderata categoria. Questa è cronaca di un qualcosa di già annunciato, non lo sono le lacrime di Fabio Lucioni nel post match consolato da un affranto team manager Claudio Vino, così come lo sguardo di capitan Marco Mancosu perso nel vuoto che cammina lentamente, solo, e affranto sul manto erboso del “Via del Mare”.
E, poi, c’è “don” Fabio Liverani, il sergente di ferro, con gli occhi sempre vispi, ma questa volta visibilmente tristi che fa delle dichiarazioni d’amore alla città intera, alla società e si dice fiero della squadra che allena. Il suo futuro fa parte del presente e sembra poter essere ancora intensamente, e volutamente, giallorosso: “Non si è chiuso nessun ciclo, anzi c’è grande voglia di ripartire della proprietà che mi ha fatto sempre sentire importante. Non ho mai lavorato per la categoria, lavoro per fare calcio e faccio calcio dove c’è la possibilità di esprimere le mie idee. Il calore della gente mi ha toccato, non mi lascia indifferente e questo è significativo”.
C’è voglia di ripartire subito e di migliorarsi: gli errori che hanno condizionato un’intera stagione frutto di inesperienza e di tanti limiti tecnici, anche a causa di un calciomercato fallimentare, ci sono stati ed anche tanti. Verrà tutto immediatamente analizzato con cura, già da oggi, per ripartire da una serie B da non sottovalutare e da disputare con le giuste “precauzioni”.
Infine, e non per ultimi, ci sono loro: i tifosi. Innamorati pazzi dei colori giallorossi e sempre presenti, nonostante tutto e tutti. Lo erano anche ieri fuori dallo stadio, prima e dopo la partita. Ad incoraggiare la squadra e ad applaudirla, anche dopo la definitiva retrocessione in serie B: questo è bello, raro ed emozionante. Forse anche romantico, come quella luna piena che ieri illuminava il manto erboso del Via del Mare.
Un salto indietro, amaro, dopo un campionato “disgraziato” per vari e infiniti motivi in cui ci si è messa di mezzo anche la pandemia, ma la delusione e la speranza negli occhi del dodicesimo uomo in campo rendono tutto meno sofferto, quasi agrodolce. Perché, come ha dichiarato il presidente Saverio Sticchi Damiani, il Lecce è come un pugile che sa rialzarsi sempre. Lo farà anche questa volta, perchè è già tempo di programmare il futuro.