Sticchi Damiani a Piazza Giallorossa: “Il calcio si ferma? Decisione giusta e logica: la salute al primo posto”

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Saverio Sticchi Damiani, presidente U.S. Lecce

LECCE – Il Presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ospite ieri di Piazza Giallorossa ha commentato a caldo in diretta tv la notizia della sospensione del campionato di serie A che rientra nelle misure del nuovo Dpcm per arginare il rischio di contagio da Coronavirus. Il tutto è stato dichiarato dal premier Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi:

Credo che sia giusto in questo momento intraprendere la strada del massimo sforzo e di dare una sterzata importante a questo trend degli ultimi giorni, ogni giorno ci sono 1500 casi, i numeri dicono che il trend è brutto ed è giusto vedere di far migliorare i numeri. Queste sono decisioni che spettano al Governo -ha detto l’avvocato leccese– ciascuno di noi le deve rispettare con equilibrio. Nessuno di noi è scosso perché il mondo del calcio si ferma ma è scosso per altri motivi. È giusto fermare il campionato e speriamo di poterlo riprendere, perché significherebbe un’inversione di tendenza nel Paese, l’auspicio è quello di riprenderlo il più presto possibile”.

RIMANERE SUL “PEZZO“ –Stiamo parlando di una sospensione di una ventina di giorni, significa che le squadre devono comunque continuare ad allenarsi, poi se il 3 o 4 aprile ci dovesse essere un ulteriore differimento diventerebbe complicato gestire l’organizzazione. D’accordo col mister e col direttore sportivo incontrerò i ragazzi e voglio che vedano che c’è una proprietà presente, voglio spiegare quello che sta accadendo e comunicare che per noi al primo posto c’è la loro salute, delle loro famiglie”.

NESSUN RISCHIO –Dopo i recuperi ed una classifica diventata brutta, è aumentata la preoccupazione dei tifosi per l’interruzione del campionato. Si temevano dei verdetti anticipati. Se il campionato non dovesse concludersi, per assurdo, ma è ipotesi che non voglio nemmeno immaginare, sarebbe un campionato non concluso e quindi non potrebbe dare vita a nessun verdetto. Non andremmo in serie B. Non esiste una regola che disciplini questi casi. Nel campionato successivo al massimo si decide se può essere organico a 20 o 22 squadre, ma non si possono retrocedere squadre se il campionato non è concluso. Ragionando per assurdo, in B ci sarebbero solo due squadre pronte per la promozione perché non giocando i playoff la terza non potrebbe essere determinata. Secondo me per assurdo, se non dovesse terminare il torneo, le 20 squadre di questo campionato dovrebbero partecipare alla prossima serie A più le due che in questo momento sono ai primi due posti in B. Io, però, spero questa salvezza di potermela guadagnare sul campo già quest’anno”.

RISVOLTI ECONOMICI? – “Dal punto di vista economico le società rischiano di andare in default, è chiaro che ci sarebbe bisogno di una regolamentazione. Sul tema degli abbonati e dei rimborsi, astrattamente e giuridicamente, trattandosi di causa di forza maggiore, questo è uno dei casi in cui non ci sarebbe responsabilità dei club. Ovvio che la cosa sarebbe messa a libero apprezzamento delle società, ad esempio si potrebbe legare prossima campagna abbonamenti. Innanzitutto c’è il tema diritti tv che vengono erogati a tranche durante l’anno secondo la legge Melandri, e l’80%degli incassi arrivano dai diritti che poi sono destinati al pagamento dei calciatori”.

LA SALVEZZA – “Noi siamo convinti di poter raggiungere il nostro obiettivo; 25 punti sono un buon bottino, ma abbiamo tutto, bisogna arrivare a 40 e ci salviamo, adesso ce la giochiamo fino alla fine. Ultima cosa volevo dire, lavoreremo con il Milan in testa, sperando di poterla giocare il prima possibile per riscattare le ultime due brutte partite. La mentalità della gente che dopo il 7 a 2 con l’Atalanta ha battuto le mani è un gesto di grandissima maturità ma non deve far perdere di vista che non abbiamo fatto una bella figura. Abbiamo dato l’impressione di aver mollato, quegli applausi e quella fiducia non devono far perdere di vista che veniamo da due brutte partite per degli atteggiamenti che non si devono vedere. L’allenatore e la squadra sanno che devono lavorare perché non bisogna rischiare di rovinare un campionato che è strepitoso”.

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