LECCE (di M.Cassone) – Fin troppo evidente quello che sta accadendo al Lecce di Liverani.
La sconfitta in casa con il Bologna è solo il punto esclamativo su un periodo di appannamento che potrebbe diventare preoccupante se non si analizza con la dovuta cura.
Ovviamente partiamo col dire che il Lecce, seppur per poco, è fuori dalla zona rossa anche in questo momento in cui le nubi sembrano offuscare i raggi di sole che si erano intravisti, col bel gioco della squadra, nella prima parte di questo girone di andata; 15 punti sono un un bottino rassicurante e ci sono ancora due gare da giocare nel girone di andata, quindi chiudere a quei 18, 19 punti che tutti si auguravano è ancora più che possibile a patto però che si intervenga urgentemente sul mercato e parecchi calciatori ritrovino la forma migliore.
Logicamente la sosta, dopo la batosta con il Bologna, servirà a riprendere fiato, riordinare le idee e sedersi intorno ad un tavolo per pianificare il futuro più immediato.
Se da un lato regge il pensiero che fino a due stagioni fa la squadra era in C e quindi bisogna mantenere i piedi per terra e godersi la seria A, dall’altro, immedesimandosi nell’ardore dei tifosi, bisogna comprendere che vivere questa serie A significa anche lottare come i leoni per mantenere una categoria importantissima per l’intero territorio.
Ciò detto lo zoccolo duro della tifoseria leccese ha incoraggiato la squadra anche dopo l’imbarazzante sconfitta con il Bologna che ribadisce un dato incontrovertibile: il Lecce in serie A non ha ancora vinto al Via del Mare in questa stagione ed un parterre di quasi 20mila abbonati merita che il proprio stadio diventi un fortino in cui costruire le proprie fortune.
Affondando la lama nel burro dei problemi non possiamo sfuggire a numeri che pesano come macigni: 35 gol incassati sono una zavorra che spingono giù la squadra che si ritrova con la peggior difesa insieme al Genoa ultimo in classifica.
Il Lecce di Liverani ha sempre incassato molti gol, questo è un dato evidente, anche in serie B, ma in serie A sta diventando un macigno.
La fase difensiva va rivista e dunque bisogna ripensare sia al centrocampo in cui servirebbero un paio di elementi nuovi, di categoria, viste le aspettative deluse sia da Imbula che in parte da Shakhov e la stanchezza di Tachtisidis, Tabanelli e Petriccione che stanno tirando la carretta dall’inizio, così come va rivisto l’impianto difensivo e un centrale di esperienza permetterebbe maggior sicurezza. Dopo il tesseramento di Donati per la corsia destra, sarebbe importante anche cercare un terzino sinistro perché, volendo parafrasare la frase di un film, “Calderoni non può correre per sempre”, e sia Vera che Dell’Orco al momento non danno la giusta sicurezza o esperienza per questa categoria in cui ogni minimo errore diventa una pietra tombale.
Queste sono le considerazione a bocce ferme, dopo la 17^ giornata, e di positivo, oltre ai 15 punti, c’è una grande società che saprà come muoversi per evitare il danno finale e un gruppo di ragazzi seri, prima uomini e poi calciatori, ed un bravissimo allenatore che sta pagando adesso lo scotto del noviziato in serie A. Sono proprio questi valori che stanno portando avanti la squadra in A dopo il calciomercato estivo non all’altezza della categoria.
Non c’è nulla di scontato nel calcio tranne i valori e la serietà e questo Lecce ne ha in abbondanza. L’importante è capire i propri errori, capire le critiche, farle proprie, fare autocritica e ripartire.
Buone feste a tutti…