LECCE (di Carmen Tommasi) – Contano solo i fatti. A parlare deve essere il calcio giocato. Bisogna impregnarsi sempre al massimo. Fabio Liverani alla viglia della difficile gara in casa dell’Atalanta al “Gewiss Stadium” di Brgamo parla del suo Lecce e della squadra di Gasperini, a suo dire, un vero e proprio modello di calcio: “Arriviamo al match di domani con un percorso che credo sia quello giusto. Abbiamo avuto una buona crescita di squadra e di collettivo. Abbiamo recuperato qualche giocatore che era infortunato ed anche se non avranno i 90 minuti nelle gambe, comunque possono essere delle risorse a gara in corso. La mia squadra inizia ad avere una sua fisionomia. Domani avremo di fronte l’Atalanta, una delle realtà più belle del calcio italiano. Il nostro avversario è una squadra votata all’attacco, che accompagna l’azione offensiva –ha spiegato il tecnico romano– con tanti uomini e crea tanto. Sarà una gara nella quale i duelli singoli saranno molto importanti e attraverso i quali provare a far male. Il risultato di questa gara non ci potrà dare o togliere certezze, perché il nostro è un percorso lungo”.
Mister, qual è il segreto del successo della squadra di Gian Piero Gasperini?
“C’è molta continuità nel loro percorso. Hanno fatto Europa League e poi Champions, ma non hanno venduto i giocatori di spicco. Ma hanno addirittura comprato perché vogliono assestarsi. Se vincono domani sono terzi e mandano segnali alla piazza e alla società. Possono cambiare tre giocatori davanti, mantenendo la stessa continuità. Se gioca Malinovskyi o Gomez è la stessa cosa. Per Zapata e Muriel vale lo stesso discorso. C’è da rubare tantissimo da loro: l’Atalanta nella sua completezza è un modello da seguire. Gasperini ha fatto bene solo nelle provinciali? Ha avuto una possibilità a grandi livelli, ma nel calcio si può sbagliare. Credo, però, che oggi l’Atalanta di provinciale abbia solo il ricordo. Sono una delle big del campionato e da 8 anni sono diventati una vera realtà”.
Cosa si aspetta domani dai suoi ragazzi?
“Dobbiamo continuare a crescere, ad avere continuità di compattezza, attenzione e qualità nella partita. Stiamo aumentando il minutaggio e la strada è quella giusta. Non sarà il risultato di domani a darci o toglierci le certezze. Il nostro percorso è lungo, ci saranno momenti di esaltazione e di difficoltà, la strada per la salvezza è tutta da costruire. Nel calcio di oggi non c’è differenza tra casa e fuori. Dopo sei partite, poi, è troppo presto per avere un’identità. Un ragionamento così si può fare solo alla fine del girone d’andata, ma per me è importante solo prendere dei punti, non importa se in casa o in trasferta”.
In avanti domani proporrà la coppia Falco-La Mantia?
“È una possibilità, vedremo. Meccariello? Biagio lo abbiamo perso nel suo miglior momento. Era in uno stato di forma eccezionale. È un’opzione a destra, ma durante la partita”.
State lavorando durante la settimana per migliorare sui calci piazzati?
“Ovviamente noi lavoriamo, diamo input e idee, ma la differenza la fa sempre chi alla fine poi batte. Non so quale sia il freno: la problematica è di qualità. Calciare bene i calci da fermo è un qualcosa che non hanno tutti. La prima cosa è questa. Chi batte deve capire la cattiveria, la palla cattiva e pericolosa, non morbida. In questo, possiamo migliorare con impegno e concentrazione. Tante volte si batte male il primo corner dopo un minuto, pensando che sia presto. La mentalità giusta è intendere i calci da fermo come l’unica occasione che si ha. Così cambia il calcio”.
Dall’esterno vi danno già per spacciati: siete una delle tre squadre, secondo i pronostici, candidate alla retrocessione?
“La nostra forza deve essere proprio quella di avere uno spirito di rivalsa per combattere qualcosa che tutti danno per scontato. Il bello del calcio è anche questo. Non si può andare in giro a convincere la gente, bisogna vivere sereni, lavorare e andare in campo per invertire il pensiero. Si va avanti con i fatti e non con le parole, contano solo i fatti. Le parole fanno parte del nostro mondo e ci saranno sempre. Per me conta solo la crescita della squadra, qualche risultato che dia autostima, ma l’obiettivo generale sono sempre i 40 punti. Leggo dei commenti esterni e fanno parte di questo mondo. C’è una cosa bella, però, ed è quella che il pensiero si può invertire. Starà a noi provare a mettere in difficoltà domani i bergamaschi e se il campo dirà che l’Atalanta è stata più brava, lo accetteremo. Che ci siano dei valori diversi è vero, ma nelle partite secche non è detto sempre che il valore della rosa sia uguale poi al risultato”.