LECCE (di M.Cassone) – Il Lecce riscopre l’amaro gusto della sconfitta e accade in un pomeriggio in cui c’erano tutti i presupposti per tornare a casa con un risultato positivo, accade ad Ascoli, al Del Duca, in un incrocio di ex da capogiro. La rosa della compagine avversaria è stata costruita dal direttore sportivo Antonio Tesoro, vecchia conoscenza di Lecce e del Lecce, un uomo che con la sua famiglia prese in mano le redini delle sorti del calcio leccese in un momento in cui tutto sembrava buio, senza riuscire però ad ottenere la promozione in B per pochi “centimetri”: stoppati dal fato e da qualche errore. Contestati senza reali motivi lasciarono nelle mani dell’attualità proprietà. I ricordi poi continuano con il portiere Perucchini e con Beretta, l’uomo che avrebbe potuto regalare la promozione in B proprio con i Tesoro al timone ma il destino ha voluto altro; a parti inverse invece Calderoni.
Una gara che il Lecce inizia col piglio delle prime due uscite, prova a giocare, a chiudere l’avversario nella propria metà campo, dopo 17 minuti sulle ali del “Falco” potrebbe volare in vantaggio ma non va come deve andare; nel secondo tempo arriva l’episodio, fallo netto su Meccariello, ingenuo nell’occasione, esperto e di mestiere Ardemagni “adagia” per terra il difensore ex Brescia e si libera per battere Bleve che rimane di stucco e l’arbitro ci casca (peggio di Meccariello) e commette un errore evidentissimo.
Il resto è ormai storia passata, perché oggi è già domani. Il Lecce non ha avuto la reazione che avrebbe dovuto avere e deve mordersi le mani perché quel campo e quella squadra erano alla portata.
Questa però è il calcio e queste sono le difficoltà che incontrerà la squadra per tutta la stagione, perché, checché se ne dica, bisognerebbe mettere urgentemente da parte qualsiasi tipo di aspettativa diversa da una salvezza da ottenere lottando. Questa squadra, tutta nuova, è stata impastata per conservare la categoria.
Ovviamente bisogna evidenziare tutto quello che non va: i movimenti difensivi sulle palle da fermo e sulle palle alte non sono sufficienti per evitare scivoloni come quello di Ascoli e poi davanti, nel reparto avanzato, tolto l’estro di Falco per ora si è visto ben poco, da apprezzare Pettinari che suda facendo un lavoro sporco che aiuta tutta la squadra… ma chi la mette dentro se non lo fa Mancosu, ieri in ombra, oppure lo stesso Falco? La Mantia e Palombi non sono ancora in condizione. La conclusione è una sola: bisogna lavorare e tenere i piedi per terra, tutti… tifosi per primi: questa squadra deve conservare la categoria.
Nessuno si aspetti altro, inutile drammatizzare la sconfitta, ne arriveranno tante, il campionato è solo all’inizio.
I problemi non mancano e l’ennesima tegola in testa ai giallorossi è rappresentata dalla squalifica che Lucioni dovrà scontare fino a metà ottobre; si chiamano problemi, però, perché esiste una soluzione.
Adesso serve serenità e tranquillità ma soprattutto equilibrio. Ci vuole equilibrio e pazienza.