LECCE (di Carmen Tommasi) – Un pareggio amaro, deludente e inaspettato quello che ha portato a casa il Lecce nella gara di domenica allo stadio di Rieti contro la Lupa Castelli Romani, ultima in classifica del girone C. In quella che è stata una delle più deludenti e brutte prestazioni dei giallorossi dell’era Piero Braglia in un campo difficile e pesante come quello dello “Scopigno”.
Per la rubrica “Le 4 d” -le quattro domande che ogni settimana poniamo al tifoso di turno per sondare lo stato d’animo della piazza attorno a capitan capitan Papini e soci- questa volta abbiamo intervistato l’esperto avvocato salentino Oronzo Valletta, membro dell’associazione “Passione Lecce”.
Lupa Castelli-Lecce, match terminato 1-1: qual è la prima cosa che ha pensato al fischio finale della gara?
“Ho pensato…’un’altra volta questo film che ci perseguita da 4 anni, e che ca…spita’”.
Perché Lepore e soci quando hanno l’opportunità di fare il salto di qualità in classifica si bloccano sul più bello?
“Mi dispiace ma faccio l’avvocato, questa domanda penso dovrebbe porla a persone professionalmente più qualificate a rispondere, ad esempio psicologi e simili (sorride, ndr)“.
Al Lecce manca un regista vero e proprio, e questo da più campionati, che imposti la manovra?
“Pure in tempi non sospetti ho sempre sostenuto, anche a ‘Piazza Giallorossa’, che al Lecce manchi un centrocampista con tali caratteristiche. Col tempo mi sto convincendo che manchi, forse pure di più, qualità davanti. Con il 442, ad esempio, possono andare benissimo, come centrali, Papini e Salvi, ma a quel punto serve maggiore qualità davanti: laterali veloci e che saltino l’uomo per creare superiorità numerica, soprattutto un attaccante, o anche trequartista, che dia fantasia e corra per l’altro, non due prime punte. Insomma un riferimento per la squadra, lo Iocolano a cui pensava Asta, che poi ha ripiegato su Surraco, nel 4231”.
I giallorossi sono al quarto anno di Lega Pro: sembra che non siano solo i piedi buoni e la qualità a far vincere i campionati di terza serie. Cosa serve a suo parere?
“Serve la “Qualità”, dove per qualità s’intende il giusto mix di piedi buoni (che servono -eccome!- per vincere in qualsiasi tipo di torneo compresa la Lega Pro), operai, cuore, corsa (quindi condizione atletica) e un pizzico di fortuna…”.