Il calcio è il calcio. Punto e B asta

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Il Presidente "in aria"

LECCE (di M.Cassone) – È difficile racchiudere in un articolo tutte le emozioni vissute e raccontate in questi ultimi sei campionati giocati dall’U.S. Lecce. Mentre assistevo a Lecce-Paganese mi ritornavano in mente come flashback tante immagini e momenti e mi venivano i crampi allo stomaco che diventavano pugni: il dannato pomeriggio della finale persa contro il Carpi, l’ennesima delusione a Frosinone, la semifinale persa col Foggia, i calci di rigore di Alessandria e in sottofondo sentivo tante parole pronunciate a caso, a casaccio, senza senso: “NNu bole cu bbane in B”, “NNu tenene sordi”, “lo spogliatoio è spaccato” e tante altre balordaggini che non voglio sottolineare.

Non è semplice scrivere di sport, ed è ancora più difficile raccontare il calcio, perché ti innamori fortemente di ciò che fai ma nello stesso tempo devi mantenere l’equilibrio giusto per essere vero e mai fazioso; il calcio non è solo un pallone ma racchiude le speranze e i sogni di tantissime persone. E poi ci sono i bambini che ti toccano il cuore, che ritoccano la storia di questo sport ogni volta che giocano spensierati, lontani dalle logiche degli adulti, e dalla frenesia del risultato.

Dopo 17 minuti, contro gli azzurrostellati, è arrivato un colpo di testa, quello di Armellino, un’incornata magistrale che ha tolto le ragnatele della paura, dagli angoli più remoti delle angosce e in quel momento, mentre le dita ticchettavano sulla tastiera per non perdere l’attimo tra il vissuto e lo scritto, una leggere folata di vento ci ha regalato un po’ di sollievo in Tribuna Stampa in un pomeriggio caldo in cui il Salento tornava a splendere lentamente.

Col passare dei minuti quel pallone continuava a far dannare i giallorossi; Gomis, ex della giornata, parava tutto e, anche se dai campi dove giocavano le avversarie arrivavano notizie confortanti, l’ansia continuava a dettare i suoi perché… ma nel calcio non esistono perché, è tutto così meravigliosamente imprevedibile.

Poi, non so come, forse non lo ricordo più, è arrivato il triplice fischio finale e una frase ha iniziato a fare a spallate con tutti gli altri pensieri: “È finita… è finita veramente” e in quel momento mi sono lasciato andare silenziosamente…

Liverani "in aria"
Liverani “in aria”

Questa è la vittoria di un territorio intero, è la vittoria di una società nata dal patto d’onore di un gruppo di amici che hanno speso tempo e denaro per questa causa e poi hanno allargato la base ad altri amici fino a diventare una grande famiglia, questa è la vittoria di Saverio, Corrado, Alessandro, Stefano, Silvia, Dario, Salvatore, Antonio e anche di Enrico e René in un incrocio tra passato e futuro; questa è la vittoria di un gruppo di calciatori umili che si sono calati nella parte, guidati da un grande capitano, Lepore, che ha stretto i denti anche quando il vento spirava forte contro; questa è la vittoria di Liverani ma anche di Rizzo, Maragliulo e Morello, è la vittoria di Meluso, è la vittoria di chi ci ha creduto sempre, è la vittoria della Nord, della Est, della Sud e della Centrale, questa è la vittoria di tutti coloro che in questi sei anni hanno popolato quei gradoni ma è anche la vittoria dei “fuori sede”, di chi vorrebbe esserci ma non può, ma c’è col cuore.

E scusatemi se oggi non vi ho tediato con formazioni e tattiche, con numeri e dati… non l’ho fatto perché alla fine del giro della giostra voglio concedermi un “Chi se ne frega” e sorridere.

Serie B
Serie B

Il Lecce cari signori è tornato in serie B espugnando il covo delle proprie paure più remote e regalando a tutti i tifosi, anche a chi non ci credeva, la gioia più grande.

Ora è presto per parlare di futuro… ora è tempo di godere un po’ di questa gioia sportiva e di vivere questo presente che presto diventerà storia e darà lo spunto a nuovi racconti per le nuove generazioni.

E se oggi qualcuno mi chiedesse “cosa è il calcio?”, potrei soltanto rispondere: “Il calcio è il calcio”. Punto e “B”asta.

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