LECCE (di M.Cassone) – Bisognava scrollarsi via tutte le paure e cancellare una crisi preoccupante arrivata dopo aver dominato il campionato mantenendo ben salda la testa della classifica dall’ottava giornata; il Lecce doveva ricominciare a credere in se stesso, a fare il Lecce, a giocare con entusiasmo, a cercare il raddoppio, a non accontentarsi di un gol, doveva abbandonarsi alle emozioni e scivolare tra le braccia della propria gente.
Inutile parlare di schemi, di tattica, e di diavolerie varie che a questo punto della stagione servono più o meno come il sale nel caffè; ora bisogna parlare di alchimia, di empatia, di passione, di volontà, di coraggio.
La gara col Fondi la sblocca il capitano, Checco Lepore, uno degli uomini più discussi nella penuria di risultati e di gioco che avevano messo in discussione tutto il percorso della squadra salentina, e lo fa con una magia che tocca le corde dell’anima, sotto la sua Curva, e tira un sospiro di sollievo, e si libera la mente. Il raddoppio è confezionato da un altro calciatore discusso oltremodo, Tabanelli, e messo a segno da Di Piazza, un bomber che non può fare a meno di essere sempre al centro dell’attenzione, per carattere, per qualità, per classe, per caparbietà. Ed è fantastica la sua esultanza con i compagni come fantastico è l’abbraccio e il bacio a Liverani: sono uomini veri che si sono ritrovati e sono pronti a condurre il Lecce dove merita.
La squadra salentina poteva chiudere la gara prima, non è mai bellissima, lo sottolineano sempre gli esteti del calcio, non ha un gran gioco, si affida ai singoli, avrebbe già dovuto essere in B, ha sprecato tante occasioni, tutto vero, forse, ma non dimentichiamoci che con i se e con i ma non si scrive la storia che invece si scrive in campo così come stanno facendo i giallorossi.
71 punti, più 4 sul Catania, più 7 sul Trapani, il Lecce può effettuare in modo tranquillo il turno di riposo, comunque vada lo scontro diretto tra Catania e Trapani, la squadra salentina rimarrà in vetta a giocarsi le due ultime gare, con la Paganese in casa e col Monopoli fuori, con una certezza: quella di essere artefice del proprio destino. Ora ci vuole calma e sangue freddo, pazienza, e la consapevolezza di potercela fare, nulla ancora è stato scritto, bisogna tenere a bada l’entusiasmo e bisogna farlo con attenzione, perché non si può fallire.
Ancora 180 minuti, o forse meno, per mettere il punto esclamativo su un campionato che, ne siamo certi, ricorderemo come avvincente, sofferto, ed entusiasmante. Ancora 180 minuti prima di capire se la C può veramente essere archiviata. Ancora 180 minuti… prima di una nuova alBa.