LECCE (di M.Cassone) – Ora ci vuole pazienza, calma e sangue freddo. È evidente quello che abbiamo sempre scritto, questo Lecce non è la squadra più forte del girone e non può ammazzare il campionato, ma è sulla strada giusta per vincerlo. La squadra di Liverani correva troppo forte, a una media punti superiore a quella del Foggia dello scorso anno che era una squadra molto più completa rispetto al Lecce di quest’anno, non poteva continuare su quei ritmi disumani e anche questo lo avevamo ampiamente detto.
Bisogna però capire che questa squadra è in vetta da tempo immemore e sta conducendo un campionato esemplare seppur nell’ultimo periodo il calo sia evidente ma, secondo noi, è un calo normale e fisiologico e non è fisico, perché la squadra corre per 100 minuti.
Possiamo ben capire le preoccupazioni dei tifosi dopo 5 anni di delusioni ma non si può pensare in maniera negativa perché è deleterio ma è anche ingiusto nei confronti di un gruppo di ragazzi seri e di un mister che ha proiettato questa squadra ben oltre le aspettative che la piazza aveva dopo l’avvio infelice di questo campionato. Chi poteva immaginare di avere 7 punti in più sulla seconda a marzo? Ciò detto bisogna crederci, perché questa squadra ha nelle corde la forza per vincere questo campionato. Ci vuole entusiasmo, orgoglio, ottimismo. E bisogna guardare in faccia alla realtà: paga solo la continuità di risultati. Quando Catania e Trapani hanno vissuto i loro momenti no, nel corso di questo campionato, si è aperto il solco di distanza con la capolista; ora quel momento lo sta attraversando il Lecce e sta mantenendo le distanze, questo significa che sta affrontando al meglio un periodo non esaltante.
Veniamo alla gara pareggiata col Matera. Sorprendono le scelte iniziali di Liverani, ed è quasi inconcepibile vedere Di Piazza relegato in panchina e Dubickas in campo, senza nulla togliere al giovane lituano che per impegno e corsa meriterebbe l’oscar, ma non si può tenere in gabbia un purosangue in una gara così, in una gara in cui mancava anche Caturano. Siccome però abbiamo imparato a conoscere le capacità e la serietà di Liverani, vero artefice di questa stagione, pensiamo che ci sia una logica nelle sue scelte che forse non riusciamo a comprendere e siamo certi che in testa abbia un solo obiettivo e si chiama vittoria finale.
Evidenziato questo particolare dobbiamo per forza dire però che a fare la differenza è stato anche qualche episodio valutato in maniera singolare dall’arbitro. Siamo certi che su Di Piazza non c’erano due falli da rigore? Non vogliamo recriminare, ma accendiamo un faro di attenzione e concludiamo così come abbiamo aperto, mai come in questo momento il Lecce ha bisogno di comprensione e di un ambiente positivo e ottimista anche perché è primo in classifica a 8 partite dalla fine, con 7 punti di vantaggio e non deve ammazzare il campionato e vincerlo con 5 giornate di anticipo ma deve “soltanto” andare in B all’ultimo minuto dell’ultima gara: il campionato termina il 6 maggio.
Calma, pazienza e sangue freddo, perché è assurdo leggere che a Catania e a Trapani ci credono nella promozione diretta mentre a Lecce più di qualcuno, spaventato dall’esito delle stagioni precedenti, inizia a danzare al ritmo di una pessimistica marcia funebre.
Ottimismo signori, ci vuole ottimismo… il Lecce comanda il girone.