LECCE (di Carmen Tommasi) – Un 2015 che per il Lecce si è chiuso con un’importantissima vittoria sul Benevento (2-1) e con dei buoni e accesi propositi per il nuovo anno che sta per iniziare. Manca una sola partita alla fine del girone d’andata, quella con la Lupa Castelli Romani, e in casa Lecce, come d’abitudine nella chiusura di un anno, è tempo di bilanci, di riflessioni e anche di sogni per un 2016 con il chiaro obiettivo di salutare, dopo quattro anni di fila, l'”inferno” della Lega Pro.
PORTIERI
Filippo Perucchini: MANI FATATE. Il portiere scuola Milan, classe ’91, dalla faccia pulita e dalla visibile educazione, ad un passo dall’addio alla maglia giallorossa in estate, è rimasto nel Salento e ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, tutto il suo valore. Vulcanico e sicuro tra i pali, ma troppo “presuntuoso” e ballerino nelle uscite (aspetto, questo, che fa letteralmente imbestialire i tifosi salentini). Ben 1350 minuti collezionati e 15 gare giocate per il bergamasco ex Varese, con un futuro roseo alle porte. VOTO 7.
Massimiliano Benassi: SENZA PACE. Perde il posto da titolare, dopo una sola partita, a favore del più giovane compagno di reparto Pippo Perucchini. “BatMax”, come lo avevano soprannominato i tifosi giallorossi, non viene più convocato per scelta tecnica in campionato e ha giocato solo in Coppa Italia, dove è stato contestato senza una giusta ragione da quella che era in passato la sua amata Curva Nord e che in estate, l’ex Reggina, voleva riconquistare. Valigie pronte per lui (è legato al Lecce fino al giugno 2017) con la riapertura del mercato invernale. VOTO 5.5.
Marco Bleve (s.v.): IL FUTURO. L’estremo difensore salentino, di San Cesario, tifa fortemente Lecce. Ha scelto di rimanere in giallorosso nel ruolo di terzo portiere, ma un elemento delle sue qualità e nel suo ruolo ha bisogno di giocare, così come ha fatto alla grande lo scorso anno nel Martina Franca. Vederlo seduto in panchina è un dispiacere per chi ama il calcio.
DIFENSORI
Alessandro Camisa: DA MONTERONI CON FURORE. Relegato nelle ultime gare in panchina ha un’immensa voglia di entrare in campo e far vedere quanto può dare per la maglia del suo cuore e con cui è cresciuto nel settore giovanile. Il campionato è ancora lungo, chi vivrà vedrà. VOTO 6.
Andrea Beduschi (s.v.): VALIGIE PRONTE. L’ex Monza, non si sa il perché, è stato relegato ai margini della squadra. Ha voglia di lasciare il Salento, almeno così sembra, e le “pretendenti” non mancano.
Gianluca Freddi: OCCHI DI GHIACCIO. Giocatore solido e quando serve anche “rude”. Si prende con il sorriso tutte le sue responsabilità e nelle gare in cui gioca lascia il segno, in positivo. Non sempre elegante nei movimenti, ma efficace: un punto di riferimento. VOTO 6.
Francesco Cosenza: GRANITICO. Con le buone o con le cattive maniere dalle sue parti gli avversari faticano a passare. Un centrale difensivo esperto ed importante per il suo apporto in campo, ma anche all’interno dello spogliatoio. Generoso, sorridente e allegro, aspetti, questi, che non guastano mai. VOTO 6.5.
Francesco Lo Bue: BALLERINO. Da titolare con mister Antonino Asta a panchinaro con Piero Braglia, in un girone d’andata in cui il terzino destro non ha lasciato il segno. Da rivedere. VOTO 5.
Giuseppe Abruzzese: SENSO VIETATO. Dalla tribuna ad un posto da titolare, dal quasi certo addio in estate a leader della squadra. Esperto, robusto ed efficace: con l’ex Crotone al centro della difesa gli avversari non hanno vita facile. VOTO 6.5.
Matteo Legittimo: IL RISCATTO. Ha lavorato in sordina in ritiro e per tutto l’inizio del campionato, ma poi con l’arrivo di Braglia è stato rispolverato subito titolare E lui, in silenzio e con le prestazioni sul campo ha dimostrato che l’impegno ripaga sempre. A volte, come gli chiede il mister di Grosseto, si sacrifica per la squadra e spinge poco in avanti: in questo si rifarà nel girone di ritorno, sempre con la solita umiltà e voglia di fare. VOTO 7.
Matteo Liviero: IN SORDINA. Discontinuo nelle prestazioni, ma con il talento giusto per emergere nel calcio che conta. Piede sinistro importante e tanta voglia di dire la sua, un elemento che in qualsiasi altra squadra del girone, molto probabilmente, giocherebbe titolare. Importante per Asta e accantonato da Braglia, a gennaio potrebbe cercare fortuna altrove. VOTO 5.
Nicolò Gigli: TIMIDINO. Poche presenze per lui e gare dal rendimento alterno. Debutta che peggio non poteva nella gara con l’Andria e poi con l’arrivo di Braglia fatica ad emergere. Se rimarrà nel Salento, avrà modo di dimostrare tutto il suo valore. VOTO 5.
CENTROCAMPISTI
Alessandro Carrozza: PROMESSA MANCATA. Per lui un solo sorriso in Coppa Italia con il gol al Cosenza allo stadio “San Vito” e poi tanta panchina, di quella che fa soffrire un giocatore che ha qualità e temperamento da vendere, ma che non sta riuscendo a trovare spazio nel “suo” Salento. VOTO 5.
Balint Vėcsei: PIEDI FATATI. Ha qualità e numeri che sono rari per la terza categoria, ma il giocatore non ha ancora dimostrato la giusta determinazione e cattiveria che servono ad una formazione di Lega Pro. I tifosi chiedono a mister Braglia più spazio per il biondo centrocampista dai piedi d’oro, ma la concorrenza in mediana è davvero tanta. Sta studiando l’italiano, ma fa ancora fatica a comunicare con il resto del gruppo. VOTO 6.
Franco Lepore: U.L., IMMENSO. 16 gare su 16 giocate per 1369 minuti disputati: è il furetto “tuttofare” della formazione giallorossa. La determinazione vince sempre e quando ci metti anche il cuore va tutto, o quasi, come deve andare: il centrocampista di San Pio delle Case Maglie ha fatto di tutto nelle passate stagioni per essere tesserato in giallorosso, quando c’erano i Tesoro alla guida del club di Piazza Mazzini, e la sua accesa voglia di Lecce gli ha dato ragione. Ha preso per mano la squadra, a volte anche giocando come terzino destro, e ormai è una pedina immancabile per Piero Braglia. VOTO 7.
Giuseppe De Feudis: RAZIONALE. L’ex Cesena è uno di quei giocatori che è un piacere avere in squadra: a modo, esperto, educato, serio e di qualità. Ha iniziato il campionato nel migliore dei modi ma poi, anche a causa dell’infortunio e per colpe non sue, si è perso per strada. Si rifarà. VOTO 5.5.
Gianmarco Monaco (s.v.): CORRI, RAGAZZO. Il figlio d’arte ama il calcio più di se stesso e non vede l’ora di essere ceduto altrove per trovare più spazio. Segna al Matera in Coppa Italia e fa bene nella gara con l’Akragas. In bocca al lupo, Gianmarco.
Juan Surraco: LA CLASSE NON È ACQUA. Il fantasista uruguaiano, uno dei giocatori più duttili tatticamente presenti in rossa, è davvero un elemento di categoria superiore. Piedi buoni, dribbling d’alta qualità e visione di gioco: una pedina importante e lo sarà ancora di più quando riuscirà a essere più continuo nel corso dei 90’. VOTO 7.
Matteo Pessina (s.v.): ENFANT PRODIGE. I giovani fatto fatica a trovare spazio, la pensa così il giocatore in prestito dal Milan ed è impossibile dargli torto. Nelle poche uscite in giallorosso ha dimostrato talento da vendere e farà sicuramente carriera. A volte si specchia troppo nelle proprie qualità tecniche tenendo troppo il pallone tra i piedi, ma alla sua età ci sta.
Romeo Papini: “CAPITANO MIO CAPITANO”. L’ex Carpi prende per mano la squadra, la guida blandamente, la coccola quando serve, la richiama con grinta nei momenti opportuni e spera intensamente che questa sia la volta giusta per il salto di categoria. Due gol stagionali per lui per sei punti totali, con la Jube Stabia e con l’Ischia. Unica pecca: qualche giallo di troppo, ma è nel suo temperamento. “Re Papo” c’è. VOTO 6.5.
Sergio Suciu: COME SE NON CI FOSSE. Il centrocampista rumeno, arrivato in estate in prestito dal Torino, non è riuscito ad ambientarsi nel Salento trovando poco spazio, anche perché nelle poche occasioni avute per emergere non ha mai dimostrato di poter essere importante per gli equilibri del gruppo, sia in campionato che in Coppa. Potrebbe terminare, quindi, prima del previsto l’esperienza del calciatore, classe ’90, con la maglia giallorossa. VOTO 4.
Stefano Salvi: BATTAGLIERO. Un inizio di stagione sfortunato per il pimpante e determinato giocatore romano che è stato fermo ai box per un brutto e fastidioso infortunio. Appena è guarito, però, Piero Braglia lo ha schierato subito titolare, nella gara con il Messina, e ha dimostrato tutta la sua importanza. Perché lui, è uno di quei tasselli di cui, negli ultimi tre campionati, il Lecce non può fare più a meno. VOTO 6.5.
ATTACCANTI
Abou Diop: DA SCOPRIRE. Cerca di farsi vari regali di “compleanno”, ma la palla il più delle volte non vuole entrare. Non gioca quanto vorrebbe e quindi fa anche fatica a dimostrare la sua voglia di Lecce. Solo un gol in campionato e tanti dubbi sul suo futuro. VOTO 5.
Abdou Doumbia: ALTI E BASSI. Quando è in giornata fa ammattire gli avversari nell’uno contro uno e con le sue “volate” di lusso e al bascio sulla fascia, ma è troppo discontinuo per poter essere preso come punto di riferimento per una squadra ed un allenatore che puntano al salto di categoria. VOTO 5.5.
Andrea Cicerello (s.v): TALENTO LOCALE. Si allena con la prima squadra, ma non trova spazio e il baby giallorosso ha qualità da vendere. Il futuro è tutto suo.
Dàvis Curiale: “SCUSATE IL RITARDO”. Solo 3 gol in 13 presenze per l’ex Trapani, così come per il più anziano compagno di reparto Davide Moscardelli (con un inizio di stagione, ad onore del vero, condizionata per entrambi da dei rilevanti problemi fisici). Siamo certi, però, che dopo la bella doppietta siglata al Benevento per lui è iniziato un altro e più soddisfacente campionato. Sarà proprio Dàvis il vero acquisto del calciomercato di riparazione? VOTO 5.5.
Davide Moscardelli: “CHE FATICA LA VITA DA BOMBER”. Si va in forte diffficoltà a criticare un elemento come lui: generoso, amante del calcio e con qualità da vendere, ma i 35 anni suonati iniziano a farsi sentire per l’ex Bologna in un inizio di campionato non al top e condizionato, spesso e volentieri, da numerosi acciacchi fisici. Ai tifosi, e al Lecce, manca il “Mosca-gol” della passata stagione, con ben 15 reti siglate a fine campionato. VOTO 5.
ALLENATORI
Antonino Asta: ESONERATO. Quando la squadra non gira nel calcio, si sa, l’allenatore è il primo a pagare. Sei punti in sei partite e un addio che ha lasciato l’amaro in bocca ad un tecnico che aveva ancora voglia di dimostrare che meritava di allenare il Lecce. Troppo giovane per una piazza esageratamente esigente? VOTO 5.
Piero Braglia: SENZA FRONZOLI. I numeri danno ragione al tecnico di Grosseto e la classifica anche. Il suo Lecce soffre, vince con dei risultati risicati e senza essere bello da vedere. La Lega Pro è questa, bisogna adattarsi e non lamentarsi. VOTO 6.5.
TIFOSI
SOLO APPLAUSI. Numeri da record sugli spalti ed entusiasmo da vendere. Una tifoseria del genere non è, sicuramente, da Lega Pro. “Nella tana dei lupi” il Lecce è al sicuro: i giocatori lo sanno e che ora facciano solo il loro dovere. VOTO 10 E LODE.
“CAPITANI CORAGGIOSI”. Hanno salvato il Lecce dal baratro in una cordata tutta salentina “organizzata” dall’avvocato leccese Saverio Sticchi Damiani, con a capo Enrico Tundo, l’imprenditore di riferimento. Bene nei rapporti con i tifosi, presenti con la stampa e abili nel gestire una rosa che punta alle zone alte della classifica. Si può sempre migliorare, ma questo è ovvio. Rinforzando, magari, con il calciomercato di riparazione una squadra che va corretta in alcuni reparti e anche questo è risaputo. Per adesso: grazie di tutto. VOTO 6.5.