Nessun acuto del Lecce

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Padalino. Foto Pinto
Padalino, allenatore del Lecce. Foto P.Pinto

LECCE (di M.Cassone) – A Cosenza, a parte l’accenno di grinta in qualche frangente della gara, abbiamo visto il nulla… ed è inutile commentare il nulla, non si può parlare di nulla, possiamo soltanto dire che nel gioco del calcio se non tiri in porta non fai gol, e se non fai gol non vinci, se non vinci non potrai mai ambire a nulla di importante: ma tutto questo è banale da raccontare, quasi quanto il possesso palla fine a se stesso.

Termina con un pareggio che sembra un “vogliamoci bene senza farci male” da ambedue le parti, soltanto che al Cosenza andava bene il punto, per il Lecce quel punto significa l’ennesima delusione.

Tutto questo mentre il Foggia in maniera inarrestabile continua la sua corsa con una media punti che fa paura (2,218), archivia la pratica con la Paganese e si porta a 6 giornate dal termine a 6 lunghezze sulla seconda. E bisogna dire, senza paura di essere smentiti, che questa squadra è molto più forte del Lecce di Padalino e merita ampiamente il primo posto in classifica. Un primato che parte da lontano ed è figlio di tante delusioni, la prima in ordine di tempo legata alla finale persa l’anno scorso contro il Pisa, e poi l’addio di De Zerbi artefice del “tiki taka” foggiano ma la società dauna è rimasta in piedi ed ha continuato ad investire senza freno, infine a Gennaio hanno azzeccato tutto rendendo la squadra perfetta per la categoria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. A sei giornate dal termine sono con un piede in serie B, vicini ad una promozione cercata e mancata negli anni scorsi.

Ciò detto, il divario tra Lecce e Foggia va oltre a questi 6 punti che si notano leggendo la classifica, a meno di un suicidio calcistico da parte dei rossoneri, i giochi sembrano fatti e possiamo dire che sta vincendo la squadra più forte.

Altre riflessioni meritano alcune scelte tecniche di Padalino che, nella gestione dei cambi, lascia perplessi tutti ancora una volta. In una gara in cui non si riesce a tirare in porta si può sostituire una punta mettendo in campo l’altra punta? Perché non far giocare Caturano e Marconi insieme almeno nell’ultima mezzora? E poi mettere dentro anche Doumbia e Pacilli e provare a cercare la via del gol con un modulo diverso da questo strano 4-3-3 che in assenza degli uomini giusti è diventato una gabbia? Lo diciamo a bocce ferme, dopo aver visto che il possesso palla non ha prodotto nessuna azione da gol contro una squadra modesta come il Cosenza.

Ovviamente bisogna preparare i play off che saranno un torneo nel torneo e possono ancora condurre in serie B, ma bisogna cambiare la mentalità, a volte schemi, e ritrovare la cattiveria che serve per far gol.

Ultimo discorso riguarda la contestazione dei tifosi nei confronti dell’allenatore che non si fermerà, ed ora con due gare in casa diventerà ancora più lancinante. La società di Via Col. Costadura però è convinta del proprio allenatore e del proprio progetto (che ha sempre dichiarato biennale) e va avanti con determinazione.

Indipendentemente dal risultato finale, se a questa squadra si aggiungono i tasselli mancanti, con un mercato mirato a colmare le lacune, senza smantellare tutto, potrebbe competere sia in serie B (un campionato di media classifica) in caso di promozione (ai play off) che in Lega Pro nel caso in cui “anche quest’anno – come dicono i tifosi sui social – si salirà l’anno prossimo”.

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