LECCE (di M.Cassone) – Solidità, compattezza e consapevolezza dei propri mezzi: il Lecce che espugna il “Granillo”, e conserva la vetta, convince e si appresta ad affrontare la difficile volata finale in una condizione fisica e psicologica che sembra ottimale.
I segnali positivi in casa giallorossa sono diversi, in altre stagioni ogni piccola pietra incontrata per strada diventava una montagna invalicabile. A Reggio Calabria prima della gara lo staff tecnico e sanitario decidono di non rischiare Caturano. Il bomber del campionato inizia la sua gara dalla panchina. Gioca Marconi al suo posto e regala uno dei gol più belli del campionato ad una platea stupefatta dalla sua prodezza: al 21° riceve la sfera da Pacilli, parte in posizione regolare, fa pochi passi, vede Sala fuori dai pali e da distanza siderale lascia partire una sassata che scheggia la parte bassa della traversa e si infila in rete. Pochi minuti dopo però la retroguardia giallorossa si lascia sorprendere da un lancio partito dalle retrovie e lascia il cobra Coralli solo davanti a Perucchini, non sbaglia e pareggia. Ed anche qui il segnale di personalità è forte; in altre stagioni sarebbe stato difficile riprendere la gara in mano ma il Lecce gioca bene, ci crede e al 47° passa in vantaggio con un gol di Doumbia che stacca in modo perfetto, ruba il tempo a Cane e insacca di testa. Proprio il franco-maliano, ecco l’ennesimo segnale, voluto fortemente da Padalino fu una delle scelte più discusse in estate, si sta rivelando decisivo in queste ultime giornate.
Una buona prova quindi, la gara non è mai stata in discussione: netta supremazia giallorossa. Peccato per la distrazione sul gol incassato. Si dovrà lavorare sulla concentrazione perché vincerà chi sbaglierà meno e sarà basilare non lasciare nemmeno le “briciole” agli avversari. Si può e si deve migliorare nella fase difensiva.
La squadra giallorossa, che guida il girone con 55 punti, a Reggio Calabria ha ottenuto la vittoria numero 16, la 9^ su 14 (3 pareggi e 2 sconfitte) fuori casa; ha segnato in tutto 47 gol di cui 24 fuori casa, ne ha subiti 24 di cui 13 fuori, ed ha una media punti di 2,11.
Dal big match serale tra Foggia e Matera i tifosi giallorossi speravano in un pareggio ma la squadra di Stroppa ha spinto i lucani nell’inferno delle loro paure chiudendo la gara nel primo tempo con 3 gol ed una prova magistrale. È terminata 3-1 con i gol di Deli, Agazzi e l’autorete di Mattera prima del gol della “bandiera” di Iannini nel secondo tempo. Per la squadra di Auteri è la terza sconfitta consecutiva e si può parlare di crisi che difficilmente metterà la squadra biancazzurra nella condizione di sperare ancora nel primo posto.
A mente fredda, però, riflettendo sui numeri, bisogna dire che dovendo scegliere una vincente delle due è stato meglio così per alcuni motivi spiegati dai numeri. Il Lecce con il Matera (in un ipotetico caso di parità) è in svantaggio avendo perso 3-0 in casa, mentre col Foggia per ora è 0-0.
Poi, guardando il calendario, il cammino della squadra di Stroppa rispetto a quello del Lecce sembra più ostico.
I rossoneri che hanno costruito le proprie fortune allo “Zaccheria”(con 10 vittorie 3 pareggi 1 sconfitta, 32 gol fatti e 9 subiti) dovranno giocare 7 delle restanti gare fuori casa con Akragas, Monopoli, Catania, Catanzaro, Casertana, Unicusano Fondi, Cosenza, e 5 in casa con Juve Stabia, Lecce, Paganese, Reggina e Melfi. Sette trasferte su 12 gare potrebbero essere veramente tante in questa fase. Il ruolino esterno dei dauni non è impeccabile con 5 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte su 12 gare.
I giallorossi, invece, giocheranno 7 volte al “Via del Mare” con Vibonese, Catania, Fondi, Juve Stabia, Taranto, Messina, Fidelis Andria, e 5 fuori casa con Virtus Francavilla, Foggia, Cosenza, Matera, Paganese.
Punto cruciale della stagione potrebbe essere lo scontro diretto del 19 marzo, chi riuscirà ad arrivare al derby in vantaggio e con la possibilità di avere 2 risultati su 3 a disposizione, avrà più “cartucce” da sparare. Foggia-Lecce potrebbe diventare una vera finale per il primo posto.
Numeri a parte, però, bisogna rimanere con i piedi per terra e pensare soltanto a lavorare con umiltà perché rispetto alla settimana scorsa è stata giocata soltanto una gara in più. Ci sono da affrontare 12 partite difficili, toste, e nessuno regalerà nulla, perché è risaputo che contro il Lecce tutte le squadre giocano la gara della vita.
Il cantiere aperto ad inizio stagione, con tanti calciatori nuovi ed un progetto tecno-tattico nuovo, ha tolto impalcature e veline, ha aggiunto elementi decisivi a gennaio (Ferreira Costa, Perucchini, Agostinone e Marconi) e sta mostrando ai tifosi una squadra massiccia che dopo lo scivolone di Caserta si è ritrovata immediatamente capendo di poter essere protagonista.
A questo punto possiamo dire che il Lecce di Padalino sarà artefice del proprio destino… per ora è lì, in vetta, e sfiora il cielo con un dito, ed è più facile lavorare pensando positivo.