LECCE (di M.Cassone) – Non era semplice rialzarsi dopo la rovinosa caduta di Caserta. Non era facile vincere contro una squadra ben messa in campo, veloce e sbarazzina che nell’ultimo turno aveva battuto la Juve Stabia. Questo girone C non ha padroni, nessuna delle squadre di vetta riesce ad allungare: sbagliano tutte, una alla volta.
In questo turno il Foggia è caduto a Taranto su un campo espugnato dai giallorossi con un gran gol di Tsonev, mentre il Matera ha perduto in casa contro la Virtus Francavilla.
Il Lecce ha vinto contro il Siracusa in maniera sofferta ma meritata. È stata una gara ricca di episodi e di spunti ma vogliamo vederla da un punto di vista più pratico. Inutile dire e pensare ai due rigori, a quale dei due fosse legittimo concedere, oppure riflettere e rimuginare sulle azioni e su quello che sarebbe potuto accadere. La vita ci ha insegnato, ed il calcio lo ribadisce puntualmente, che “con i se e con i ma” non si arriva da nessuna parte.
L’undici guidato da Padalino ha dimostrato compattezza e concretezza, ha lottato, sgomitato, ha cercato di proporre gioco fino al 95°. Ha patito anche, ma ci sta, si gioca sempre contro un avversario e mai da soli.
Questo Lecce non è una macchina da guerra capace di macinare tutto e tutti, non è la più forte di tutte, né sulla carta e nemmeno in campo, però ha le carte in regola per giocarsela fino all’ultimo minuto con le altre pretendenti. Ci vorrà molta pazienza e bisognerà trovare sempre la forza di rialzarsi, perché arriveranno altre cadute. Bisognerà lottare sempre con umiltà. Vincerà chi sbaglierà meno.
Proprio l’umiltà, da parte di tutte le componenti (allenatore, squadra, società, tifosi ed anche stampa), potrebbe essere l’elemento in più per fare il grande salto. Bisogna mantenere la calma e compattarsi evitando le polemiche e cercando di godersi ogni singolo gol, ogni singola emozione; anche perché la cosa che interessa a tutti, ed è l’unica verità inopinabile di questa stagione, è fuggire via da questa categoria.
Chiudo questo editoriale, con un luogo comune che ha sempre accompagnato la costruzione di ogni storia calcistica: “Per fare una grande squadra bisogna avere un buon portiere ed un buon attaccante”…
Chapeau a Perucchini per l’ottima prova e per il rigore parato, perché ci sono rigori sbagliati dagli attaccanti e rigori
parati da ottimi portieri. E complimenti a Caturano che sale a quota 16 nella classifica marcatori e si conferma una sicurezza. Una pacca sulla spalla a tutti gli altri: bravi.
Dei tre punti guadagnati contro il Siracusa, che sono tutti d’oro, uno a testa è loro… l’altro è di tutta la squadra.
Ora si ricominci a lavorare: testa bassa, impegno e sudore. Non è stato ancora fatto nulla: occorre costruire il futuro.
Sabato a Reggio Calabria ci sarà da combattere l’ennesima battaglia.