LECCE (di M.Cassone) – Sarà una guerra sportiva fino alla fine. La battaglia non si svolgerà solo in campo ma bisognerà combatterla contro le proprie paure, contro i propri limiti e contro il clima irrespirabile di una categoria che cerca di imitare “il calcio che conta”, ma è lontana, tante volte, da quel professionismo inseguito a furia di iniziative (nomi sulle maglie, streaming di tutte le gare, dirette, formule innovative per i play off e play out, tre gironi dispersivi, composti senza tener conto dei valori in campo).
Tutto questo sembra che il Lecce targato 2016-17 l’abbia capito. Dopo la rivoluzione estiva con Padalino e Meluso ed una rosa tutta nuova, la società di Via Col. Costadura ha allargato i cordoni della borsa ed ha portato nel Salento Costa Ferreira, Agostinone, Marconi e ripreso Perucchini, senza tener conto delle operazioni minori che fino alle 23 dell’ultimo giorno di mercato potrebbero concretizzarsi. C’è la volontà di fuggire via da questa categoria. Non sarà facile visti i ritmi sui quali si viaggia, ma questa squadra ha tutte le carte in regola per giocarsela fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto.
A Catanzaro abbiamo visto un Lecce dai due volti che ha fatto la gara da subito, nonostante il possesso palla però è stato poco incisivo e lucido sotto porta, contratto e distratto nel primo tempo; sicuro di sé, arrembante e determinato nella seconda frazione. Il Catanzaro ha giocato la sua gara onesta cedendo alla lunga contro un avversario dal tasso tecnico più elevato.
Da sottolineare l’apporto di Lepore, che ha messo in campo tutta la grinta e la rabbia di una “panchina” che non sente sua ma accetta con umiltà mettendosi al servizio della squadra con la responsabilità del grande capitano, e l’ottimo esordio di Costa Ferreira che contribuisce a ribaltare le sorti della gara. Se il buon giorno si vede dal mattino, il portoghese regalerà bei momenti ai tifosi giallorossi.
Il Lecce subisce ancora un gol su palla inattiva e qui bisognerà lavorare, perché si chiami Prestia, Montini o “pinco pallino” non può e non deve imbucarsi con tanta facilità tra le maglie giallorosse. La soluzione deve trovarla mister Padalino: bisognerà continuare a difendere a zona sempre oppure ogni tanto qualche accorgimento diverso potrebbe significare maggiore tranquillità? La nostra domanda è questa, la risposta ce la darà il campo.
Intanto si rimane in vetta con la 14^ vittoria in 23 gare, con 49 punti, al pari di un Matera che per tanti è la grande favorita del girone. Viaggia forte anche il Foggia che segue a 2 lunghezze e non bisogna assolutamente sottovalutare la Juve Stabia nonostante il passo falso contro il Messina ed i 5 punti di distacco. Una lotta tra 4 pretendenti che potrebbe protrarsi fino alla fine, in un turbinio di passioni, esultanze e rimpianti e con la speranza (di tutte) di poter finalmente gioire al triplice fischio dell’ultima giornata.